ANDREA LATELLA INGAGGIATO DAL VENEZIA

Il reggino classe 1997 parteciperà al campionato italiano sordi.

Dovrebbe vestire la ventitré di Lebron James (o di sua maestà Mj) o la ventiquattro di Kobe Bryant.

Andrea Latella, guardia della Lumaka Reggio Calabria si prepara ad una nuova esperienza.

Il reggino è stato ingaggiato dal Venezia per giocare il campionato italiano di Basket riservato agli atleti sordi.

In campo con il team veneto (seguendo le orme del suo amico Riccardo Rossato, guardia della Viola Reggio Calabria) per sfidare Pesaro,Varese,Fabriano e Latina.

Nel mese di Gennaio è sto premiato a Venosa e cogliamo l’occasione per riproporre la sua storia di resistenza e passione divulgata durante la sua premiazione.

La nota dell’organizzazione Flacco Venosa

Andrea Latella nasce a Reggio Calabria nel febbraio del’97. É il terzo di tre figli. Il suo coraggio ed il suo amore per la vita si delineano subito. All’età di tre mesi gli viene diagnosticato un tumore maligno alla retina di entrambi gli occhi. Deve lasciare la sua terra e cercare lontano, in Svizzera, la sua cura. Pur attacato alle macchine e pur sperimentando il dolore sorride appena può, cerca curioso il mondo che allora poteva sentire. Risponde alle terapie, ma deve affrontare anche la radioterapia che lo porta ancora e per lungo tempo lontano da casa e dai suoi fratelli. Ma il suo sorriso non si spegne, la sua voglia di correre, di giocare, di trovare gli altri é sempre esplosiva. Dopo il suo primo di compleanno lo attende un’altra prova: una meningite lo porta ancora una volta in ospedale e per lungo tempo e lo lascia sordo e con difficoltà a stare in piedi. Ma Andrea é un guerriero: si rialza, ritrova un nuovo equilibrio ma gli manca adesso la voce del mondo, la voce di chi gli vuole bene. Dopo un primo tempo duro in cui é difficile farsi capire e capire gli altri, comincia con il nuoto, all’età di tre anni, a riappropriarsi del suo corpo. Poi andare a cavallo gli ridá fiducia. Ma ad Andrea non basta, vuole a tutti i costi stare con gli altri: é lui che si sforza di capire il mondo che non sente e che vede con molta difficoltà, con il piccolo residuo rimasto nel suo occhio destro. Andrea mette in atto tante infinite di rivalutazione e tanto entusiasmo e voglia di farcela. Vince la paura di educatori che non credono possibile lui possa fare lo sport insieme ai coetanei e a 8 anni diventa portiere di calcio ( Reggio 2000),amato dai suoi compagni e temuto dai suoi avversari e nello stesso tempo comincia a giocare a basket. Per capire le regole sportive passa ore ed ore davanti alla tv a guardare tutti gli sport. Impara i nomi di tutte le squadre di calcio italiane anche delle leghe minori, ed europee. A 11 non sopporta più di non sentire ed insieme alla sua famiglia arriva a Trento. Qui la sua vita ha una svolta: conosce ” i ragazzi di Trento”, sordi come lui che vivono nel mondo degli udenti, tentaci come lui, “speciali”. Dopo solo pochi minuti insieme sono “amici per la pelle”, “fratelli “, sono gli “uguali”. Da questo incontro nasce una nuova forza, un nuovo coraggio: Andrea affronta nuove visite e decide di affrontare un intervento chirurgico per provare a sentire. É impianto cocleare gli ridá nuova vita, ritornano i suoni ed i rumori. Ma lo sport è la vita per lui: riesce ad impietosire chi lo ha operato ed ottiene il premesso di tornare a fare il portiere con uno speciale casco; ritorna a giocare a basket ( Lumaka). Cambia squadra e comincia a fare ‘gruppo”, non molla mai, stringe i denti e va. Non molla lo sport neanche dopo ore ed ore di studio difficili per lui: appena discussa la tesina della maturità si fa accompagnare al kamp estivo della sua squadra di basket. E non dimentica i suoi amici, i suoi “fratelli” di Trento. Attraversa tutta l’italia per andarli a trovare a turno, e per andare insieme e ritrovarsi a Trento: é una nuova identità. L’entusiasmo e la voglia di andare lo portano oltre: trova una squadra di basket di sordi e partecipa ad un torneo nazionale e poi alla Coppa Italia. Ora segna di arrivare a giocare nella Nazionale sordi, non ha paura di testimoniare la sua doppia identità. Ad ottobre ha affrontato un’altra terribile sfida: un intervento all’occhio sinistro che avrebbe comportato la sua perdita definitiva. Ma é arrivato a testa alta, senza lacrime, con grande coraggio, fiducioso di poter tornare a giocare a basket in ogni modo. E l’intervento é andato meglio delle previsioni, anche se la vista a sinistra é compromessa per sempre. Con pazienza Andrea ha aspettato i controlli e di poter riprendere la palestra e fra qualche giorno di riprendere a giocare. Durante la sosta forzata é rimasto agganciato alla sua squadra ed ha seguito da “spettatore” gli allenamenti. Segue da quasi tre anni la squadra di basket della sua città che gioca in A2 ed é diventato amico dei suoi giocatori che segue con affetto e passione. Studia scienze motorie e sogna di lavorare nello sport. Grazie mille a tutti, sono contento di essere qui. Posso dire una cosa: Forza Flacco Venosa

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