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ASPETTANDO IL PALABENVENUTI:PARLA MARIO PORTO

L’Associazione Viola Inside racconta attraverso le parole dei protagonisti l’era Benvenuti.

La nota social Viola Inside

MARIO PORTO RACCONTA GIANFRANCO BENVENUTI

La pallacanestro di Gianfranco Benvenuti era una pallacanestro molto essenziale, nel senso che i
suoi schemi di gioco erano senza molti fronzoli, non badava molto all’aspetto estetico, era
concreto. Ognuno di noi aveva un suo ruolo definito, quando si entrava in campo sapevamo quello
che dovevamo fare. A volte aveva un modo di fare che, per quanto mi riguarda, mi faceva molto
arrabbiare, però posso dire anche che mi serviva per reagire in modo positivo; per esempio, mi
metteva sul cubo del cambio e mi diceva: “Vedi che se sbagli ti cambio!”. Questa cosa mi faceva
arrabbiare, però mi spronava a fare del mio meglio. C’erano gli stranieri che erano un po’ più
tutelati, ma diciamo che succede sempre così. Io stavo nel mezzo: negli ultimi anni della mia
permanenza alla Viola, avevo già 26 anni, mi capitava di giocare nel secondo quintetto con i
giovani. Un episodio che ricordo per esempio è che ci voleva far fare come punizione dei
piegamenti perché non avevamo fatto qualcosa come diceva lui però io mi rifiutai. Ho giocato con
Benvenuti 5 anni, forse sono stato più di tutti con lui perché abbiamo fatto quattro anni a Reggio
ed uno a Perugia, dove mi aveva chiesto di seguirlo nonostante ci fosse stato un episodio in cui gli
avevo detto che con lui non avrei voluto più giocare e lui mi aveva accusato di essere maleducato
perché gli rispondevo. A Perugia finì che io ero quello che giocava più di tutti e quello che doveva
essere preso d’esempio dai miei compagni di squadra.
I quattro anni che ho trascorso a Reggio con lui sono stati molto importanti, sia per quello che
riguarda i risultati della squadra (due promozioni dalla B in A2 e poi dalla A2 in A1) ma anche per il
miglioramento che ho avuto personalmente.
Avevamo anche acquistato casa a Condofuri nello stesso posto; quando il costruttore mi chiese:
“Vuole quella accanto a Benvenuti?” io risposi: “Mmm, non proprio quella accanto, forse un po’ più
in là! Già lo vedo abbastanza durante l’anno!” anche se, frequentandolo al di fuori della
pallacanestro era tutta un’altra persona.
In palestra era molto pignolo, pretendeva e ognuno di noi doveva stare attento perfino a quello
che mangiava; per esempio quando andavamo in Valtellina in ritiro controllava anche quello che
avevamo nei piatti! E noi nascondevamo tutto sotto l’insalata. Ricordo anche che c’era la
fidanzata di Campanaro che passava dallo Scatolone, dopo aver fatto la spesa, e lui andava a
controllare le buste per vedere cosa avesse comprato.
Benvenuti è stato anche colui che ha fatto cambiare la mentalità alla squadra, che era già a buoni
livelli, ma che con il suo arrivo e l’aggiunta di Campanaro e Mescalchin come nuovi inserimenti ha
avuto chiaramente un salto di qualità.

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