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IN RAMPA DI LANCIO:PARLA IL JUMPER GIOVANNI CRUPI DA CASA DIERRE

E’ uno dei giovani più promettenti del panorama cestistico calabrese. Dopo un proficuo biennio alla Nuova Jolly ha fatto molto bene con la canotta della capolista della Serie D, la Dierre Reggio Calabria.

Dierre in vetta alla classifica ma pronta per competere e conquistare il fattore campo in casa del PalaMangione. A tuo avviso come sarebbe finito il campionato di Serie D?

Sarebbe ingiusto fare pronostici sulla carta in quanto il bello di questo sport è che non bisogna mai dare nulla per scontato. Sicuramente avremmo assistito a due belle finali anche se gli accoppiamenti non erano ancora stabiliti. Mi fa comunque piacere aver giocato in campi pieni di tifosi come a Castrovillari e a Gioia Tauro. Segno che nonostante tutto c’è ancora voglia di basket in questa regione.

 

 

Come è nata la tua passione per la pallacanestro?

 

A differenza di molti giocatori non provengo da una famiglia sportiva ma, nonostante questo, i miei genitori hanno deciso di farmi provare questo meraviglioso sport fin da quando ero bambino iscrivendomi a circa 5/6 anni alla Space Jam allenata da Nino e Luigi Malavenda e grazie a loro mi sono appassionato fin da subito a questo mondo.

 

Cosa ti aspetti dal tuo futuro legato alla pallacanestro?

 

Sono molto ambizioso e cerco di arrivare più in alto possibile. So che posso migliorare tanto grazie anche al duro lavoro fatto quest’anno e solo con la continuità posso togliermi qualche soddisfazione personale. Spero di continuare ad avere gente preparata che possa aiutarmi con la mia crescita come successo in questi ultimi anni.

 

Il tuo idolo nella Nba ed il giocatore che apprezzi di più nel basket calabrese?

 

Come molti della mia età sono cresciuto ammirando Kobe e Lebron, ma se dovessi trovare un giocatore attuale che mi colpisce per le sue doti fisiche e tecniche direi senza dubbio Doncic in quanto, a soli 21 anni, riesce a rendere semplici le cose più difficili. Per quanto riguarda il basket calabrese, non me ne vogliano gli altri, apprezzo Rugolo e Catanoso su tutti perchè alla loro età sono un esempio positivo per i giovani grazie alla loro voglia di continuare a migliorarsi giornalmente.

 

Hai praticamente preso il posto che fu di Davide Cuzzola accanto a Santo Vazzana negli schemi di Coach D’Agostino. Come ti sei trovato all’interno di questo duo atipico?

 

Loro due si conoscono ad occhi chiusi avendo giocato tanti anni insieme. Per chi è nuovo come me non è mai facile assimilare in poco tempo gli schemi e Santo, fin dall’inizio, mi è stato sempre accanto in ogni momento dandomi grande supporto quando ne avevo più bisogno. Con lui ho avuto da subito un grande feeling e mi ha spinto a dare sempre il massimo e per questo ci tengo a ringraziarlo. Non dimentichiamoci però del coach che è stata una vera e propria guida per tutti noi ed è principalmente merito suo se siamo riusciti a ottenere questi risultati. Per non parlare di Marco, Scaffo, Ciccio e tutti quanti sono stati parte attiva nella mia crescita. Vorrei dire veramente tante cose ma l’unica che mi viene in mente in questo momento è un semplice grazie di cuore e porterò tutto quello che ho appreso sempre con me.

 

Cosa porti con te di questa esperienza alla Dierre?

 

Direi tutto quello che ho detto prima, quest’anno mi è servito molto anche se non abbiamo avuto l’opportunità di concluderlo. Sento che sono migliorato molto sia individualmente che mentalmente e sono pronto a ciò che il futuro mi porterà. Ringrazio il Presidente Roberto Filianoti e tutti i dirigenti in particolare Daniele Saccà che, oltre ad essere il nostro quasi direttore totale, è stato un amico con cui ci siamo confrontati su qualsiasi tipo di problema anche non inerente al basket. Auguro il meglio a questa società e spero che i nostri cammini si incroceranno ancora.

 

Si parla tanto di carenza dei giovani: quali sono gli atleti nati dal 2000 in giù che porteresti con te in un roster composto da dieci atleti?

 

E’ vero, in questo momento sono pochi i giovani che riescono a mettersi in mostra. Porterei con me Andre Ripepi, Federico Romeo, Giovanni Scialabba e Giovanni Centofanti. Ragazzi con cui ho avuto l’opportunità di giocare e che sicuramente potranno ottenere grandi risultati se continueranno ad allenarsi duramente con impegno e voglia di migliorare.

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