INTERVISTA AL NUOVO COACH DELLA VIOLA: PARLA COACH MECACCI

di Giovanni Mafrici – Da leggere e da ascoltare. Ecco le parole del nuovo tecnico dei nero-arancio. “Io? Un finto giovane. Il girone? Super competitivo”

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Innanzitutto la data: è fissato al 17 agosto il ritorno a Reggio Calabria del nuovo allenatore della Viola, Matteo Mecacci.

La Viola sta ponendo, dunque, le basi per la nuova stagione.

Siamo tutti molto curiosi al riguardo sul roster nero-arancio. 

Arriviamo da una stagione entusiasmante e, nonostante il cataclisma estivo, c’è tanta voglia di vedere una squadra pronta a combattere. 

Che Viola sarà?

“Innanzitutto la Viola è stata costruita in tre segmenti diversi: prima quando c’era il titolo a Barcellona, successivamente quando il titolo è arrivato a Reggio ed il terzo step con il mio arrivo.

Avevamo fatto certe scelte. L’infortunio di Casale ha un po’ deviato le nostre scelte.

Quello che mi piacerebbe fare sarà quello di far vedere una Viola che possa trasmettere sul campo i valori che questo pubblico fa propri dalla sua nascita.

Una Viola aggressiva che difenda e che non lasci nemmeno una goccia di sudore addosso.

Una formazione che possa essere identificata come un team che voglia sbattersi.

Questo dal punto di vista dell’atteggiamento: siamo consapevoli di dove lavoriamo.

Dal punto di vista tecnico potremo provare diverse cose: quintetti variegati, più bassi e più alti con l’opportunità di cambiare volto alla squadra durante le partite”.

 

In tanti ricordano coach Mecacci nella passata stagione in versione “corsaro” con la sua Mens Sana al PalaCalafiore.

Sulle nostre pagine digitali abbiamo, invece, riproposto una sfida tra Viola e Lucca con Matteo Mecacci nei panni di capo allenatore. 

Quella è stata la tua prima esperienza contro la Viola?

Sì, la primissima.

La mia prima esperienza senior è arrivata due anni prima alla Virtus Siena nella vecchia Dna.

La gara del Pianeta Viola? Ricordo con amarezza quella stagione.

Un po’ come successe alla Viola, fummo privati dal poter giocare i Playoff a causa dei mancati pagamenti delle tasse federali da parte del club: a meno di disastri, avremmo fatto i PlayOff.

A Lucca c’era Moe Deloach, insieme a Conger, giocatore che a Reggio conoscete molto bene insieme a Banti, Parente ed un altro ex Viola come Santarossa.

Fortunatamente, nella stagione successiva, ho vissuto la B a Siena vincendo e riscattandomi.

Troppo giovane per fare l’allenatore di basket?

Ormai sono un “finto giovane”.

Purtroppo o per fortuna, la mia carriera nasce molto presto con la Virtus Siena con svariate finali nazionali giovanili.

Ho lavorato con tanti nomi prestigiosi della pallacanestro italiana: è tanti anni che ho cominciato.

C’è un altro finto giovane che sta imperversando nel mondo del basket calabrese.

Si sveglia alle 3.30 del mattino ed è un vero e proprio fiume in piena.

Che idea ti sei fatto di Aurelio Coppolino, l’amministratore del club?

Non nego che uno dei motivi del mio approdo a Reggio sia lui.

Il motivo principale è, ovviamente, l’allenare in una piazza come Reggio Calabria.

Non mi era mai capitato di trovare un proprietario che tenesse così tanto a quello che fa, a questo brand ed a questo rilancio.

C’è tanto da fare in società: lui quando sono stato giù in tre giorni aveva già risolto parecchie cose.

Farà di tutto per darci tutti i comfort dei quali abbiamo bisogno.

I toscani dalle nostre parti si son sempre trovati alla grande. L’esempio lampante è il compianto coach Benvenuti, primo allenatore della Viola in Serie A.

Gli intrecci sono tantissimi considerando che la “tua” Mens Sana Siena avrà come coach l’ex Viola e Catanzaro Paolo Moretti, uno dei pratagonisti assoluti della passata stagione come AJ Pacher, il reggino Lupusor ed il giovane Stepanovic. Che A2 prospetti per la tua ex squadra?

Una Siena che ha investito meglio rispetto alla passata stagione. Squadra più quadrata che può ambire alle posizioni altissime del girone Ovest.

Peccato per la penalizzazione di partenza.

A mio avviso, quest’anno il girone Ovest si è addirittura livellato verso l’alto.

Nel roster ci sono quasi tutti giocatori che hanno giocato i PlayOff: giocatori intensi come Marino, Poletti che sanno come vincere le partite in questa categoria.

C’è tanto interesse per questa Serie B.

Caserta ha costruito un roster molto interessante.

Probabilmente sono cinque / sei le squadre che possono vincere il campionato.

Che idea ti sei fatto di questo girone?

Raggruppamento tostissimo ma non lo dico per mettere le mani avanti o per fare pretattica.

Lo dicono i nomi dei giocatori delle squadre.

Come in tutti gli anni ci saranno sorprese in positivo o in negativo.

Vincere la B? E’ molto difficile a causa della formula.

Devi vincere il girone, vincere il PlayOff e superarti anche nelle Final Four per salire di categoria.

Una formula cervellotica che verrà cambiata.

Chi è più attrezzato e chi ha le rotazioni più lunghe potrà far bene.

Caserta è una squadra costruita per vincere.

Palestrina è una squadra esperta con giocatori che non scopro io come Rizzitiello, Carrizo e Morici che voi conoscete molto bene.

Salerno è super.

Nessuna partita sarà scontata.

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