QUI DIERRE: L’ENTUSIASMO DEL PRESIDENTE ROBERTO FILIANOTI

In tanti lo ricordano sul rettangolo di gioco con movenze ginobiliane passate dalle giovanili della Viola e dai campionati nazionali (anche in Puglia). La sua voglia di Basket, oggi, si chiama Dierre. La capolista del girone di Serie D Calabria, campionessa d’inverno attende le decisioni della Fip per pianificare la meglio il proprio futuro.

-Innanzitutto, come stai vivendo questo lungo periodo di stop dovuto al Covid 19?

Questo è un periodo che sta segnando la storia: è la prima volta che si verifica una pandemia globale. La nota positiva è che ha unito tutti in un’unica modalità di vita, “stare a casa” cioè vivere lontano dalla routine quotidiana, da parenti, amici, lavoro ecc. ma con la possibilità di riflettere sulle cose vere della vita e godere delle piccole grandi cose della propria famiglia. Io ad esempio, oltre ad aver ricreato una piccola postazione per lavorare, ho la grande gioia di cogliere ogni piccolo attimo di crescita di mio figlio.

 

-Sempre meno squadre, sempre meno numeri. Cosa ti ha spinto nel voler ritornare in scena con un progetto nuovo di zecca?

E’ vero che ci sono sempre meno squadre e meno numeri, ma il problema è che c’è una gestione a monte poco attenta. Bisogna rimboccarsi le maniche ed ascoltare le problematiche delle poche associazioni rimaste sul nostro territorio in modo che si possa progettare a lungo termine.

Per aumentare i numeri forse l’unica strada possibile è riattivare gli impianti ancora chiusi dandoli in gestione ad associazioni che hanno tutto l’interesse, attraverso progetti seri e duraturi, di non guardare sempre al proprio tornaconto ma puntare anche al bene comune. Sicuramente attraverso una riduzione delle tasse da parte della Fip le associazioni esistenti potrebbero continuare bene il proprio lavoro e far si che ne nascano delle nuove.

Il mio progetto nasce infatti per l’amore verso questo sport che si concretizza in maniera completa proprio  nella mia amata città. E’ facile lamentarsi di qualcosa che non funziona, ma pochi hanno la volontà e la tenacia di provare ad aggiustarla.

 

-Campionato di serie D. La Dierre ha concluso al primo posto il proprio campionato. Si è concluso tutto sul più bello, vi eravate rinforzati con l’ingaggio in doppio tesseramento di Ripepi e Romeo, una fase ad Orologio da concludere ed i playOff. Cosa sarebbe successo a tuo avviso?

 

Il Campionato si è manifestato divertente e per quanto riguarda la categoria abbastanza agonistico. Il duro lavoro fatto giorno dopo giorno ha permesso di posizionarsi al primo posto. Per essere sempre un passo avanti rispetto alle altre squadre ed avere una panchina più lunga è stata azzeccata la scelta di Ripepi e Romeo i quali fin da subito si sono integrati nella dierrefamily.

Ottimo l’avvio nella fase ad orologio con 3 vittorie su 3. La squadra non vedeva l’ora di scontrarsi per stabilire” il fattore campo” durante le finali. Certamente sarebbe stato esaltante vedere la finale con la Dierre unica protagonista.

 

Una lunga ed appassionante carriera da atleta passata dal basket nazionale, dal settore giovanile della Viola, dalla Puglia, Soverato, L’Audax, il Villa S.Giovanni e non solo. Quale annata porti in particolare con te?

Dare una risposta è difficile perché in Calabria ho sempre giocato con gli amici di una vita con cui sono cresciuto anche fuori dal campo. Ma sicuramente l’annata che mi ha segnato è stata quella del 2005/2006, in Puglia a Molfetta, in una serie C1 di altissimo livello con una società professionale e organizzata. Tutte le partite giocate sia in casa che fuori, con palazzetti sempre colmi faceva vivere a pieno la passione per questo sport. Lo stesso anno abbiamo vinto il campionato con una finale a gara 5 in casa dopo un supplementare, con invasione di campo a fine partita.

 

-Il ds Saccà, un bel nucleo di appassionati dirigenti con il tuo compagno di squadra ai tempi dell’Audax  Peppe Surace, il coach d’Agostino ed il team. Un bilancio relativo alla Dierre 2019/20?

 

Tutti i Dirigenti hanno dimostrato una forte passione per questo progetto, sacrificando a volte tempo prezioso al proprio lavoro. Infatti sono sempre stati professionali e pronti a risolvere qualsiasi problema nell’immediato. Seby non è stato un semplice coach, ma un compagno di avventura, ha messo la sua esperienza pluriennale a disposizione di tutti.

La Dierrefamily nasce grazie al forte affiatamento da parte dei ragazzi della squadra, la quale nonostante le molteplici difficoltà a volte anche di allenamenti notturni e alternanze nei vari campi, ha dimostrato una forte tenacia e manifestato sempre un miglioramento successivo ha una brutta prestazione.

Il bilancio di quest’anno si è rivelato totalmente positivo nonostante la nascita della Dierre da meno di un anno, si prosegue dritti verso obbiettivi certi.

 

-Non è arrivata la promozione sul campo a causa dello stop forzato. Siete pronti dal punto di vista economico e gestionale per un eventuale, e possibilissimo, salto di categoria?

Avremmo voluto che il campionato continuasse proprio per vedere la promozione della Dierre, ma giusta è la scelta di mettere al primo posto la salute mondiale. Siamo in constante evoluzione seguendo le linee guida programmate in estate. Rimaniamo in attesa da parte della Fip per poter capire se siamo sulla strada giusta per affrontare il prossimo campionato. Certo ripartire dopo questo stop sarà difficile sotto il punto di vista economico e organizzativo, ma ci aspettiamo che la Fip prenda i giusti provvedimenti andando incontro a tutte le associazioni sportive.

 

-Basket e ricordi. Se dovessi scegliere il quintetto ideale dei tuoi compagni di squadra di sempre divisi per ruolo?

Cinque sono troppo pochi, permetti di inserirne qualcuno in più:

Play, Enzo Meduri, Audax C1 e Rocco Famà, Palmi C1

Guardia, ovviamente Io e Roby Lo Giacco, Soverato C1

Guardia, il cecchino Bigi, Molfetta B2

Ala, Arcangelo Leo, Molfetta C1/B2

Pivot, il Gigante buono Storchi, Molfetta B2

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