RICORDANDO MICIO BLASI

7 stagioni tra A1 ed A2, 3.8 pts + 36.5% da 3 punti.

Un grande difensore sui piccoli, fisico tosto e play che si è adattato a fare il cambio di titolari prestigiosi in squadre di alto livello. Da titolare, in squadre più modeste, è spesso andato vicino alla doppia cifra.

Cresciuto alla Simac Milano del grande D’Antoni e lavorando sodo, anno dopo anno.

Ma le cifre non dicono l’impatto reale di Andrea Blasi, ragionatore in campo e uomo d’ordine in ogni squadra che lo ha visto in campo.

L’atleta, prematuramente scomparso ha giocato due stagioni a Reggio Calabria, nel novantanove – duemila e nel duemilauno duemiladue.

Ha fatto parte della clamorosa formazione di Oliver, Ginobili e Montecchia, con Franco Binotto al tiro e Kevin Thompson sotto canestro sotto la guida di Gaetano Gebbia e successivamente, nell’anno della ricostruzione post-Barbaro accanto a Eubanks, Mazzarino,Tomidy,Lestini,Williams e Mazzarino.

Oggi, nel giorno della sua scomparsa “La Giornata Tipo” gli dedica un post straordinario

Lo notarono in una piccola squadra di un oratorio milanese. Era basso, ma difendeva come se ogni possesso fosse il più importante della sua vita, e in attacco sbagliava di rado le scelte. Giovanili all’Olimpia Milano, i primi anni da cambio del fenomeno Mike D’Antoni, poi un saliscendi dall’A2 all’A1 per farsi le ossa e trovare maggior spazio: Verona, ancora Milano, Arese, Firenze, 4 anni a Bologna da idolo del pubblico della Fortitudo, Sassari, Pistoia, Cantù, Reggio Calabria. 17 stagioni, quasi 1900 punti. Un playmaker vecchio stampo, tanto fosforo, egregia regia, ottimo tiro da fuori, ma soprattutto tanta difesa. Si incollava al suo uomo sin dalla palla a due, e ciò gli valse il soprannome di “Micio”. Sì perchè per gli attaccanti era un vero e proprio “gatto attaccato ai maroni”.
Questa è solo una breve sintesi della carriera di Andrea “Micio” Blasi, un leader silenzioso, un uomo amato e rispettato da qualsiasi compagno di squadra, una brava persona che sul finire della sua carriera, quando ancora calcava i campi delle “minors” di Bologna alla Pontevecchio in C2, stava per coronare il sogno di formare una famiglia con sua moglie Veronique.
Era l’alba del 29 ottobre del 2002, Andrea, come tutte le mattine, si svegliò molto presto per andare a lavorare nell’azienda del suocero. Ad un incrocio sui viali della circonvallazione di Bologna, un giovane passò col rosso ad alta velocità. In quel momento sopraggiunse il furgone di Andrea. Lo schianto fu tremendo. Per “Micio” non ci fu nulla da fare.
La moglie Veronique, straziata dal dolore, portava in grembo una bambina al settimo mese di gravidanza. Dopo 45 giorni dallo schianto, nacque la figlia che papà “Micio” non avrebbe potuto mai conoscere: Sophie. Veronique, all’anagrafe, decise di dare a Sophie anche un secondo nome: Andrea.
Quella ragazza che vedete accanto ad Andrea nella foto è Sophie Andrea Blasi, oggi 17 enne, grande talento del volley italiano.
Come il papà, anche lei è spesso decisiva nei momenti più importanti delle partite. Come il papà non ha bisogno della voce per essere leader, poche parole e tanti fatti. Come il papà è mancina e con quella mano sinistra ha già vinto 4 titoli nazionali a livello giovanile e oggi gioca in Serie A.
Esattamente 17 anni fa, la vita di Andrea Blasi si spegneva a soli 37 anni. “Micio” è stato l’esempio di come un fisico normale possa arrivare a giocare per quasi due decenni ai vertici del basket, a patto che il gap fisico venga supportato non solo dal talento ma soprattutto dal carattere, dalla costanza e dalla voglia di lavorare il doppio degli altri per coronare i propri sogni.

Quelli che ci auguriamo possa realizzare Sophie, una ragazza che nello sport ha trovato una rivincita contro il destino avverso che non le ha mai permesso di conoscere quella splendida persona che fu suo papà.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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