1983:”Banca Popolare Reggio Calabria in Serie A: il sogno diventa realtà. Le parole di Nando Crisafi”
Speciale Pavia-Viola, 1983:Un traguardo storico, un sogno inseguito per anni e finalmente realizzato. La Banca Popolare Reggio Calabria vola in Serie A, scrivendo una pagina indimenticabile non solo per il basket reggino, ma per tutto il movimento cestistico del Sud Italia. Nando Crisafi, vice allenatore della squadra e storico assistente di Gianfranco Benvenuti, per ripercorrere un’annata straordinaria.
Nando, ancora emozionato?, questa la domanda di un giovanissimo Alfredo Pedullà.
“Sì, faccio fatica a trovare le parole… È stato un sogno che si è realizzato, un sogno che la squadra inseguiva da tanto tempo. Noi che siamo reggini, forse ancora di più, lo sentiamo come un successo del basket reggino e calabrese. Finalmente la Serie A arriva nel profondo Sud, e per la prima volta approda anche da noi.”
Dopo un avvio non facile, in molti avevano dei timori. Poi, nella seconda parte del campionato, avete spazzato via ogni perplessità.
“Noi, dall’interno, ci credevamo sempre. Sapevamo che le sconfitte iniziali non erano dovute a un’inferiorità tecnica, ma a problemi di inserimento: Campanaro arrivato in ritardo, Mescalchin malato, difficoltà nell’assemblare la squadra e nel far digerire il gioco che voleva Benvenuti. Però sentivamo che, prima o poi, la squadra sarebbe esplosa. Per fortuna è successo in tempo: nelle ultime 26 partite ne abbiamo vinte 24, acquisendo una mentalità vincente che ci ha permesso di dominare in ogni campo, in qualunque condizione, ambientale o tecnica. Abbiamo sempre vinto, spesso con margini ampi.”
Chi vuoi ringraziare di più?
“Il merito è di tutti, l’ho sempre detto. I dirigenti, i giocatori, lo staff, i tifosi. Ovviamente a Gianfranco Benvenuti, un maestro. Senza di lui, tutto questo non sarebbe stato possibile.”
Una promozione che è storia, un traguardo che consacrò la Banca Popolare Reggio Calabria nel panorama del basket italiano. E Nando Crisafi, con la sua umiltà e la sua passione, ne è uno degli artefici silenziosi. Adesso, si guarda avanti: perché il sogno non finisce qui.


