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Andrea Pellicanò: “Mvp, canestri e magia, ma la vera vittoria è il viaggio condiviso”

Porretta Terme– Andrea Pellicanò, esterno della Reghion Basket, dopo aver guidato la sua squadra alla vittoria nelle Finali Nazionali CSI e aver conquistato il titolo di MVP, si racconta in un’intervista ricca di emozioni, ricordi e insegnamenti. Un traguardo inaspettato, ma meritatissimo, per un giocatore che ha fatto della passione e della resilienza la sua bandiera.

“Se mi avessi detto a inizio anno che avremmo vinto l’oro nazionale, ti avrei riso in faccia”, esordisce Pellicanò con un sorriso. “Sapevamo di poter arrivare in finale, ma vincere con questa squadra, con i nostri tifosi, la Fossa dei Leoni in sinergia e tutta la società al seguito… è stato un sogno. Io che da ragazzino guardavo il Palacalafiore pieno, ora mi ritrovo qui, a 43 anni, ancora in maglietta e pantaloncini grazie a loro.”

L’età, per lui, non è mai stata un limite. “Qualcuno mi dice: ‘Per te è facile, sei ancora leggero e corri’. Io ci rido sopra, ma la verità è che sono lo stesso ragazzino magro che nessuno chiamava per il 3vs3. Ora dico ai miei ragazzi: ‘Non mollate mai’. La medaglia più bella non è l’oro, ma il percorso di quel bambino che non ha smesso di crederci.

La vittoria non è stata semplice. “Abbiamo perso Gianni Rugolo per infortunio, il nostro leader, il nostro capitano. In quel momento, i più giovani avrebbero potuto dire: ‘Lottiamo ma non basterà’. Invece, abbiamo reagito. E quando un gruppo decide di non arrendersi, può succedere di tutto.”

Pellicanò sottolinea l’importanza della squadra, dentro e fuori dal campo. “Peppe “Tenaglia” ci ha mostrato la strada, i ragazzi si sono compattati, e noi vecchi… sì, siamo un po’ psicopatici (ride), ma sappiamo cos’è il basket. Se un giovane ascolta, si impegna e sa giocare, per me non ha età. Kevin Pandolfi ha segnato il canestro decisivo? Ecco, questo è il basket: ognuno fa la sua parte.”

Per Pellicanò, il valore più grande di questa avventura non è la coppa, ma i legami creati. “Fra vent’anni, quando rivedrò questi ragazzi, ci abbracceremo come se fosse ieri. È questa la magia dello sport. Io gioco ancora, nonostante gli acciacchi, proprio per questo: per vivere momenti che resteranno per sempre.”

E un ringraziamento speciale va alle dirette streaming che hanno permesso alle famiglie di seguirli. “Aver potuto condividere questa esperienza con mia moglie e le mie figlie, anche da lontano, è stato un superpotere. Mi ha dato l’energia per dare tutto in campo.”

Concludendo, Pellicanò lancia un messaggio: “Se qualcuno pensava che a Porretta fossimo vecchi in passeggiata, si sbagliava. Il livello era alto, il fair play totale, e Reggio ha mostrato il suo cuore. Ora godiamoci questo successo, senza pensare al futuro. Perché il viaggio, più della meta, è ciò che conta davvero.”

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