Ariel Svoboda: “Calabria nel cuore, la mia Virtus Trapani non molla mai”
Un fiume in piena di ricordi, affetti e passione. Ariel Svoboda, argentino,gloria del basket italiano con i trionfi a Trapani e Latina, oggi di nuovo in forza alla Virtus Trapani, si è raccontato a cuore aperto, parlando della sua Calabria, della squadra attuale e dei compagni di una vita.
Le prime parole sono per la terra d’origine, quel legame viscerale che non si spegne. “Eh, la Calabria sempre nel cuore, lo sapete, ho origini calabresi, parte delle mie mani vengono da Siderno”, esordisce Svoboda, con un tono che tradisce un velo di commozione. Un legame rinsaldato dagli affetti più cari: “Ho giocato qui un po’ di anni fa e… con Antonella, eh, la mia prossima moglie, siamo stati il primo anno insieme convivendo qui a Pellaro. Ci resta sempre nel cuore questa zona”.
Poi, il dispiacere per non essere sceso in campo nell’ultima partita a Reggio: “Mi è mancato soltanto a giocare contro la Dierre, purtroppo, anche perché è stata una bellissima partita. Mi dispiace non aver potuto aiutare i compagni che hanno fatto una grandissima prestazione”.
Parlando della sua Virtus Trapani, Svoboda dipinge il ritratto di una squadra unita da un legame che va oltre il parquet. “Siete un gruppo vero, verissimo. Non mollano mai”, afferma, per poi correggersi con un “noi”: “Sì, non molliamo mai”. Un affiatamento che nasce da amicizie solide: “Siamo la stessa base dell’anno scorso con tre o quattro aggiunte di ragazzi che sono amici di una vita… Si vede che ci aiutiamo sempre a vicenda e che magari le mancanze che possiamo avere fisiche e tecniche cerchiamo di sopplarle con l’energia, con la voglia, con la positività”.
Alla domanda sul suo quintetto ideale di compagni di squadra, la risposta è un tuffo nel passato e un tributo ai fratelli di battaglia. La scelta cade su nomi che hanno fatto la storia del basket in cui Svoboda ha militato: “Playmaker Ciccio Guarino, guardia Ryan Bucci, al tre Marco Angelisti e al 5 Luca ‘Bisco’ Bisconti”. E subito una dimenticanza da riparare: “Scusa, mi sono dimenticato Ale Muro… “.
Un pensiero affettuoso va anche agli allenatori Giovanni Benedetto e al suo assistente Leo: “Con Giovanni, due campionati vinti insieme e anche fuori dal campo tantissimi ricordi. Leo, un carissimo amico, un fratellone”.


