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BUON COMPLEANNO LEGGENDA

Era lì, da sempre. Come i pilastri di cemento che reggono le tribune del Pianeta Viola. Come il profumo di legno e sudore che avvolge la palestra di Via Pio XI dedicato alla memoria di Paolo Fulco e Massimo Mazzetto.
Il “Signor Favano” c’è sempre stato. Per noi, è come se il nostro amato basket l’avesse inventato lui.
La sua storia si intreccia con quella della città.
 
Eravamo figli del Pianeta Viola, e ancora prima, anime in pena del Vinci e del Vitrioli.
Era un galantuomo d’altri tempi.Custode del tempio neroarancio da sempre e, ora lo sappiamo, per sempre. La sua vita era un capitolo a parte, fatta di affetti silenziosi e solidi: un marito e un papà esemplare.
Perché Favano non è stato solo un presenza. È stato l’architetto silenzioso del nostro domani. È stato l’uomo chiave del decollo del settore giovanile della Viola, un alchimista che non forgiava solo atleti, ma uomini. La sua palestra era un’officina di carattere. Sotto i suoi occhi, tra un fondamentale e un rimprovero, sono cresciuti ragazzi che oggi sono eccellenze della società civile, reggina, calabrese, internazionale. Uomini su uomini.
 
La sua storia era già leggenda prima ancora che diventasse leggenda. Giocatore dell’Aics, quella che sarebbe poi fiorita nella Cestistica Piero Viola, era l’anima, da sempre e per sempre, di tutti gli impianti reggini. Il suo volto, segnato dalla passione, era il volto trainante di tutta la storia neroarancio.
E poi ci sono i ricordi che sembrano usciti da un film. Lui, con il gruppo elettrogeno, un ruggito contro l’oscurità, a salvare la partita contro la Granarolo di Brunamonti quando la luce decise di abbandonarci. E lui, ancora, con la saldatrice in mano, un artista della riparazione, a sistemare il canestro che un giovanissimo, devastante Manu Ginobili aveva piegato con una schiacciata da antologia durante le Finali di Coppa Italia nel 2000 immortalato dallo scatto favoloso di Giulio. Mentre la folla esultava per il fuoriclasse argentino, lui già lavorava, per garantire che il gioco potesse continuare. Perché il gioco doveva sempre continuare.
 
Il Signor Favano era questo. L’uomo del “ci penso io”, l’uomo del “Non avi”, quando gli veniva chiesta una maglietta con il pesce spada in più. L’uomo che non faceva rumore, ma senza il quale tutto il rumore del mondo non avrebbe avuto senso.
Oggi il Pianeta Viola è troppo silenzioso, riapritelo ed intitolate il campo da gioco alla sua figura.
ù
Buon compleanno Jack!
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