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CAPO E’ UNO SPETTACOLO MA MILANO RECUPERA IL FATTORE CAMPO

di Giovanni Mafrici – Un giorno in Serie A1 come ai tempi di Caldwell contro D’Antoni. Il PalaFantozzi è uno spot per il basket.

Un atmosfera da sogno ed un successo tutto meridionale.

Al Sud, nel profondo Sud, si respira aria di grande basket all’interno dell’isola felice del basket.

Capo D’Orlando cede il passo all’Olimpia Milano in gara tre(80-94), perde terreno nella serie PlayOff(giovedì sera si replica sempre in Sicilia) ma probabilmente,anzi, sicuramente, ha già vinto il proprio campionato.

“Capo” non fa più notizia ma è, senza ombra di dubbio una piccola capitale cestistica del Sud. Non c’è più Pozzecco da tempo, Ale Fantozzi è un ricordo lontano, Basile è sugli spalti ma la magia è intatta. Al Palasport paladino si respira aria di festa e basket d’altissimo livello. E’ presente anche una ricca rappresentanza nero-arancio con Patrick Baldassarre, Celis Taflaj e Levan Babilodze. Nell’Orlandina giovanile gioca un talento di casa Lumaka come “Buka” Egwoh, insomma, anche un pizzico di Calabria fa il tifo per il team allenato da Gennaro Di Carlo, allenatore che tanti anni fa allenò il Rende femminile.

Emozioni a raffica in un PalaFantozzi stracolmo e festante.

Scenario simile a quello della Viola degli anni d’oro, quando, Caldwell, Savio e compagni scrissero forzatamente i titoli finali dell’epopea relativa alle “scarpette rosse” di Mike D’Antoni, Dino Meneghin e Bob Mc Addo.

 

Capo ha già vinto, gioca con la giusta sfrontatezza e con il giusto coraggio ma non trova le percentuali dominanti di gara uno perdendo la sfida e perdendo il fattore campo nella serie.

 

L’Ea7 parte bene con Simon ed il gioco in post di Radulica e Pascolo.

Capo D’Orlando va sotto ma è solamente questione di tempo: Diener infiamma il Palafantozzi e gioca alla grande in attacco ed in difesa.

Ivanovic è micidiale, Iannuzzi si sblocca dopo un avvio soft ed impatta sul 15-15 a tre minuti dalla fine del primo quarto.

Il sorpasso passa dalle mani di Berzins(tra i migliori in casa Orlandina).

Il secondo periodo è equilibratissimo.

Milano non decolla nonostante Simon, Capo ci mette la grinta ed il cuore.

La tripla di La Quintana esalta il pubblico.

Nicevic è un mago nel passaggio, stoppa Pascolo e termina il quarto realizza il canestro del più cinque all’intervallo lungo.

Nel terzo periodo la gara cambia radicalmente.

Miroslav Raduljica si ricorda di essere un Top Player ed inizia a devastare il pitturato dei paladini: I canestri di Macvan e Kalnietis(vero killer della sfida) tengono a bada le firmmate dei locali.

Il grandissimo pubblico siciliano esalta Janis Berzins ma la fiammata è temporanea.

Il break Olimpia diventa imprendibile. Fino all’80 a 94 finale.

Milano è ancora la candidata numero uno al successo tricolore complice un roster troppo più forte delle concorrenti: l’Orlandina proverà a sovvertire anche questi dati.

Giovanni Mafrici

foto di Fortunato Serranò

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