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Serie B InterregionaleSliderTIRO DA 4

Claudio Cavalieri a “Tiro da 4”: “Il basket del Sud deve credere nei giovani, ma servono strutture e pazienza”

Reggio CalabriaClaudio Cavalieri, storico cestista con un passato in nerorancio, storico coach della Fortitudo Messina e attuale allenatore del Castanea Basket, è stato ospite della trasmissione “Tiro da 4” su Reggiotv, dove ha parlato della sua esperienza in giallo-viola, delle difficoltà del basket meridionale e dell’importanza di investire nei giovani senza inseguire solo il risultato immediato.

“Il Castanea quest’anno è stata un po’ una variabile impazzita”, scherza Cavalieri, “ma è stata una sfida che cercavo: dopo anni in cui ho costruito tutto alla Fortitudo, volevo mettermi in gioco in un nuovo contesto. La società mi ha dato la libertà di fare solo l’allenatore, e questo è fondamentale.”

Tuttavia, non sono mancate le difficoltà, a partire dalle strutture: “A Messina come a Reggio Calabria, il problema è sempre quello: non abbiamo palazzetti adeguati. Ci alleniamo in un impianto ricostruito dal Castanea, ma non è la stessa cosa che giocare in un vero ‘home arena’.”

Cavalieri è noto per la sua capacità di lanciare giovani talenti, ma ammette: “Far giocare i giovani non è semplice, soprattutto quando la società vive di risultati. Se perdi due partite strette, tutto diventa più difficile. Ma sbagliare è parte del percorso: senza errori, non si cresce.”

E aggiunge: “Ormai nello sport – e nei social – non c’è più pazienza. Prima c’era lo spogliatoio, con figure come Gus Binelli o Mario Boni che insegnavano ai giovani come comportarsi. Oggi quei riferimenti mancano, e i ragazzi fanno fatica a gestire la pressione.”

Uno dei temi centrali è la mancanza di opportunità per i giovani del Sud: “Nelle nazionali giovanili non ci sono giocatori del Sud, o almeno non quelli che giocano qui. Se un talento emerge, subito arriva una squadra del Nord e se lo porta via. È successo con un mio giocatore di 2,03 metri: l’anno dopo era all’Olimpia.”

La soluzione? “Dobbiamo sdoganare l’idea che i giovani possano giocare anche in senior prima del tempo. Se non hai un Under 18 competitivo, mandali in Serie C o B. Il confronto con giocatori esperti c è formativo, anche se alcuni dicono che ‘rubano spazio’. Ma lo spogliatoio è una scuola di vita.”

“I tempi sono cambiati, ma dobbiamo trovare un equilibrio. Prima le società investivano nei giovani, oggi spesso sono i genitori a pagare tutto. Eppure, il basket del Sud ha potenzialità enormi: dobbiamo crederci, lavorare e soprattutto avere pazienza.”

 

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