Coach Arcudi:Un’annata splendida

 

 

Coach Arcudi, quello appena trascorso sarà un anno da ricordare? Raccontacelo un po’

Sì, certamente sarà un anno da ricordare! Ormai sono molti anni che vivo il basket, prima da atleta ora da allenatore. In tutti questi anni posso dire di aver avuto qualche soddisfazione, ma una promozione in serie A è realmente qualcosa di eccezionale.  Cestisticamente non solo è un anno da ricordare ma da incorniciare. 
E’ stato un anno lungo, intenso e con parecchie difficoltà.

Siamo partiti al massimo, vincendo bene e con un bel gioco. Con difesa e contropiede abbiamo mantenuto l’imbattibilità. C’è stata già qui una grossa difficoltà nel cercare di tenere alta la concentrazione delle ragazze quando sembrava troppo facile vincere. Far capire loro che il livello tecnico si era alzato rispetto alle esperienze passate e portare il loro gioco il più possibile alla pari con questa categoria. Impegnativo è stato anche tenere il gruppo il più possibile coeso, nonostante alcuni arrivi e partenze in corso d’opera. Come difficoltoso è stato anche trovare campi ed orari per degli allenamenti decenti. Ma, nonostante tutto, siamo riusciti a centrare l’obiettivo prefissato e questo denota una grande professionalità in chi ha creduto in quest’idea e con enorme fatica l’ha portata avanti.

 

Ti saresti mai aspettato un simile risultato? Quando hai capito che si poteva sognare in grande?

Più che aspettarmi questo risultato, ci speravo e ci credevo. Sono tre anni che lavoriamo per ottenere un risultato simile. Il progetto nasce nel 2009. Sin dall’inizio mi ha visto presente e coinvolto. Sapevo che non era facile, ma allo stesso tempo ero convinto che avevamo tutte le possibilità per ottenere questa promozione. E’ un po’ difficile dire precisamente quando ho capito che potevamo “sognare in grande”. Devo confessare che in tutta la seconda fase, dal concentramento a Cassino alle finali con S. Marinella, i miei stati d’animo sono stati altalenanti. Alcune volte mi dicevo che ce l’avremmo fatta con certezza, altre che sarebbe stato difficile e che avremmo dovuto lottare ed impegnarci al massimo. Forse una piccola certezza l’ho avuta dopo gara uno a S. Marinella.

 

Quest’anno è stato cambiato 7/10 di roster, parlaci un po’ delle ragazze straordinarie e di tutto l’entourage nero-verde e cos’è cambiato rispetto allo scorso anno?

Come ho detto prima, una delle difficoltà è stata quella di unire e compattare una squadra cambiata per 7/10. Ognuna di loro ha delle caratteristiche uniche e positive, sia a livello umano che atletico. Il lavoro di allenatori e dirigenti è stato quello di unire e mescolare queste doti.

Si è riusciti a formare una squadra, a compattare lo spogliatoio e mettere da parte le individualità. Credo che questa sia stata la carta vincente. Ognuna di loro ha contribuito al risultato finale. Sia chi ha avuto meno minuti in campo, ma è stata capace di fare spogliatoio, sia chi giocando poco ha preso un rimbalzo o ha segnato un tiro libero. Ma anche chi grazie agli assist ricevuti ha avuto una media di oltre 15 punti segnati in contropiede o dalla linea da 3, oppure chi ha lottato e preso botte per recuperare una palla o prendere un rimbalzo in attacco.

Nonostante l’avvicendarsi di qualche dirigente, non ho notato grossi cambiamenti. Il modo di lavorare, di operare, di relazionarsi all’interno e fuori della società è rimasto pressoché uguale! Si è cercato di distinguersi nella professionalità! Due punti di forza sicuramente sono stati Giovanni Dattola ed Antonio Viola, che hanno lavorato con serietà, ma soprattutto col massimo dell’impegno, riuscendo a compiere, per quanto loro competesse, piccoli miracoli nei grossi momenti di difficoltà.

Il tutto ben orchestrato da Paquito  (Patron Melissari), a cui va un mio particolare ringraziamento. Lui ha creduto in questo progetto e mi ha voluto coinvolgere sin dall’inizio. Con lui c’è un rapporto di amicizia oltre che di collaborazione cestistica. In comune abbiamo avuto la fortuna di aver vissuto esperienze cestistiche ed umane accanto a uomini e professionisti unici. E’ per questo che ammiro la sua professionalità, la sua serietà e il suo impegno. Nonché la sua convinzione nel portare avanti ciò in cui crede e la caparbietà di raggiungere gli obiettivi prefissati.

 

Vieni da una lunghissima esperienza in campo “maschile”, che differenze “tecniche” hai riscontrato nel femminile?

Mi sono dovuto abituare e capire bene che il basket femminile si differenzia da quello maschile. Sono evidenti le diverse capacità fisiche tra uomini e donne. Ne consegue un’impostazione tecnica e tattica diversa. La pallacanestro odierna è sempre più sport fisico rispetto al passato, dove si sopperiva alle carenze fisiche con grandi capacità tecniche. Questo si denota molto più negli uomini. Nel basket in rosa invece ho riscontrato che chi ha una buona tecnica, dei buoni fondamentali, ancora riesce a fare la differenza in campo nonostante non abbia eccellenti qualità atletiche. Il gioco è un po’ più lento e riuscendo ad impostare una buona difesa, soprattutto difese pressing, si riesce a mettere in difficoltà l’avversario. Alla fine credo che siano due aspetti di uno stesso sport, due aspetti paralleli ma non paragonabili.

 

Hai sempre collaborato con grandi nomi del basket nostrano, uno su tutti il prof Domenico Melara, poi con Maurizio Campagna e quest’anno Enzo Porchi alla sua 12^ promozione (avrò dimenticato qualcuno!!!), orgoglioso di questa tua “gavetta”?

Ti correggo, vantandomi di un’altra collaborazione eccellente: Nando Crisafi. Sì, mi ritengo molto fortunato ad aver avuto l’onore, e talvolta l’onere, di aver collaborato con alcuni tra i più bravi allenatori reggini! Senza voler sminuire nessuno, personalmente credo che, per questi quattro nomi, parlino i fatti e i risultati. Hanno sempre fatto bene. Soprattutto quando le condizioni e le situazioni hanno permesso loro di poter lavorare in tranquillità e sintonia.

Come detto, uno su tutti, il prof. Melara. E’ ormai un punto di riferimento, una collaborazione che va avanti da anni e che è stato un vero arricchimento personale. Credo che sia una “guida” della pallacanestro nostrana. L’attaccamento allo sport ed ai valori che trasmette, le sue capacità di allenatore, soprattutto di formatore giovanile, le sue conoscenze, le sua capacità di innovazione e i suoi continui aggiornamenti, sono delle doti uniche. Sono pienamente contento delle mie scelte, fiero di aver avuto la possibilità di collaborare con tutti loro, che tra l’altro non mi hanno mai considerato un “vice” ma sempre un collaboratore alla pari. Quest’anno infine la possibilità di aver allenato con Enzo ha ulteriormente arricchito la mia conoscenza e formazione. Queste collaborazioni non sono state solamente utili, ma hanno contribuito alla mia crescita, sia umana che sportiva. Di segreti non ne ho avuti molti da rubare, in quanto  mi sono stati sempre regalati consigli e suggerimenti. Mai nessuno di loro ha nascosto qualche idea che potesse essere tecnica o tattica. Come mi è stato detto:  “Tra i secondi allenatori sei il primo”.

 

La serie A premia una dirigenza, una società, un gruppo di ragazze (6/10 under), uno staff tecnico e viene donata alla città di Reggio Calabria e a tutta la Regione, una responsabilità non da poco!?!? Ti aspetti che le società che lavorano sul settore femminile possano collaborare con voi?

Spesso lo sport nella nostra città ha dato la possibilità di non evidenziare solo le negatività esistenti. Spero che anche questa serie A porti nuovamente a parlare positivamente di Reggio nei media nazionali. Sicuramente come sottolinei non è una responsabilità da poco.

E’ per questo che non solo mi aspetto una collaborazione, ma personalmente la vedo come unica possibilità di crescita. Non è più possibile fare basket e sport come vent’anni fa. Sono cambiati i tempi e i modi. Di conseguenza c’è necessità di condivisione ed unità d’intenti se si vuole andare avanti, se si vuole pensare in grande. Si deve essere coscienti che queste collaborazioni necessariamente portano a delle rinunce da parte di tutti. Non si può pensare di curare il proprio orto, così come non si possono creare collaborazioni a senso unico. Il tutto sempre mantenendo la proprio identità.

 

Grazie Maurizio e alla prossima

Grazie a te (voi)ed alla prossima! [a te in qualità di AS Olympia – a voi rivolto a Reggioacanestro]

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