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COACH BOLIGNANO:”REGGIO DEVE PARTIRE DAL MOVIMENTO DI BASE”

Di Giovanni Mafrici – Al Next Generation Basketball Camp c’è anche lui. Coach Domenico Bolignano, uno dei tanti Coach reggini con la valigia in mano per coltivare il suo sogno legato alla Pallacanestro è nella sua città per le ferie estive ma non riesce con passione e costanza a presenziare al Camp organizzato dalla Vis.

 

“Volevo ringraziare la Vis per questa opportunità di confronto – afferma il Coach del Valsesia.

Un Camp organizzato abbastanza bene: tanto lavoro tecnico individuale.

E’ un piacere incontrare tecnici preparati come Checco D’Arrigo, persone speciali come Womack o come Matteo Fallucca che ho avuto il piacere di allenare.

Un appuntamento importante per questi ragazzi che hanno l’opportunità di migliorare.

Credo che di questi appuntamenti ce ne sia bisogno per il movimento di base.

Il movimento di base è il più importante di tutti.

Aldilà dell’aspetto senior vedere gente che lavora sui giovani è una cosa fondamentale ed importante”.

 

Un percorso importante in Piemonte al Valsesia.

Un biennio significativo. Un giudizio su questi due anni e sulla stagione che verrà.

 

Sicuramente un bilancio positivo di queste due annate.

Ho un contratto con Valsesia fino al 2020.

In estate ho valutato qualche passo diverso ma alla fine sono rimasto a Valsesia.

Società strutturata che ha voglia di far bene.

Siamo andati molto bene due anni fa.

Nella passata stagione seppur con qualche difficoltà siamo riusciti comunque a raggiungere l’obiettivo.

Il dato più gratificante è che tanti, direi tutti i giocatori passati da Valsesia in questo biennio si sono rilanciati prepotentemente sul mercato a dimostrazione del lavoro fatto.

Ripartiamo da zero rinnovando tutta la squadra in chiave giovane.

Avremo solo quattro senior, anch’essi dalla carta d’identità davvero giovanile.

L’obiettivo è migliorare tantissimo i giocatori che abbiamo, salvarci senza troppi patemi.

Se avverrà qualcos’ altro come due anni fa lo prenderemo con il giusto entusiasmo.

 

Coach Bolignano ha vissuto due annate particolari quando la Viola era scomparsa, la prima alla guida dell’Audax Basket, società divenuta nel frattempo la massima espressione del basket calabrese ormai dieci anni da e nella stagione successiva alla Scuola di Basket Viola in Serie D quando non c’era traccia della massima espressione in nero-arancio.

Sei stato sempre vicino agli ambienti della Viola, hai contribuito ad una importantissima salvezza sul campo, in Serie A2 due stagioni fa, cosa ne pensi di questo momento?

 

Dispiace non poter vedere una squadra principale ed artefice di questo sport nella Città di Reggio Calabria.

Ho avuto il piacere di giocarci da ragazzino e di allenarla passando, praticamente, per tutte le categorie, dal Minibasket fino alla Serie A1.

In questo momento particolare bisognerebbe non fare morire il movimento di base perché credo che lo stesso, in questo momento storico non sia al top della sua storia e della situazione stessa.

Va aumentato tantissimo il movimento di base per riportare l’entusiasmo partendo dai giovani.

Questo è un tragitto che ti porta ad avere una squadra come espressione massima.

In questo, per via di tutte le vicissitudini che ci sono state credo che non sia facile ripartire subito da una Serie B.

Questa città ha sempre avuto la voglia di confrontarsi con grossi palcoscenici ma guardandoci un po intorno tutte le piazze storiche sono partite dal campionato di B ma occorre, a mio avviso ripartire dopo che tante componenti abbiano fatto dei passi avanti.

Parlo l’aspetto dirigenziale, federale,l’aspetto del movimento giovanile sul territorio: con una crescita di queste strutture si può provare a sognare investimenti per la Serie B. Investimenti che al momento la città di Reggio Calabria non può permettersi.

Bisogna pensare ad una B di giovani di prospetto partendo da qui almeno per i primi anni.

Creare entusiasmo attorno alla squadra e subito dopo pensare a risultati, PlayOff,categorie ecc.

Bisogna ripartire dall’entusiasmo accumulato dai risultati del campo degli ultimi anni, parlo solo del campo per trovare la voglia di lavorare.

Manca la passione cestistica che va riaccesa.

La passione che non è legata ai risultati ma allo sport stesso.

 

La ricetta?

 

Creare entusiasmo il più possibile attorno al movimento.

Vediamo tante squadre fallire.Pescara, Avellino,Torino,Siena ecc.

Bisognerebbe provare a creare qualcosa di strutturato che sia duraturo nel tempo ma che esca fuori dall’esigenza del territorio per avere forzatamente il “tutto e subito” che non porta a nulla.

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