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DISTANTI MA UNITI E CON IL PENSIERO FISSO AL BASKET:PARLA COACH PASQUALE MOTTA

Volto fondamentale della storia recente nero-arancio, oggi head coach della Scuola Basket Viola capolista nell’Under 16 reggina.

E’ un clima di incertezza generale.

Ci si augura tutti che la curva dei contagi possa decrescere drasticamente.

Come stai vivendo questi giorni di stasi?

 

In questo clima surreale, quella che prima ci sembrava poco più di un’influenza è diventata una minaccia concreta che ci ha costretti a cambiare le nostre abitudini.

Quelli che stiamo vivendo sono sicuramente giorni difficili, la nostra quotidianità è stata letteralmente sconvolta.

Trascorro le mie giornate guardando video di pallacanestro, prendendo appunti che puntualmente perdo, ascoltando musica, leggendo un buon libro, praticando un po’ di sana attività fisica, per evitare che il corpo si abitui a ritmi troppo sedentari e dedico un po’ di tempo alla visione di vecchi film del mio regista preferito Alfred Hitchcock.

Inoltre seguo sempre con interesse le vostre notizie e le vostre intriganti iniziative.

 

 

 Stiamo pubblicando una carrellata infinita di foto di squadra, Amarcord e giovanili. Qual è la squadra di sempre, una con Coach Motta incluso e una con Coach Motta escluso, che ti sono rimaste più nel cuore?

 

Da tifoso ricordo con grande piacere, nonostante la mia giovane età, la Viola del primo anno di serie A2 allenata dall’indimenticabile Gianfranco Benvenuti.

In quella squadra molto forte c’erano gli americani Hughes e Kupec, il funambolico Campanaro ed anche Bianchi, Porto e il reggino Laganà. Questa squadra ha rappresentato l’orgoglio e il riscatto sociale di un’intera città e di un’intera regione, capace di coinvolgere quasi 4.000 tifosi nel vecchio Botteghelle, oggi PalaBenvenuti, facendo avvicinare centinaia di bambini a questo sport e determinando la nascita del Mito Viola.

Tutte le squadre che ho allenato sono nel mio cuore. Questo lavoro mi ha permesso di conoscere tante persone, alcune delle quali rappresentano le mie amicizie più profonde e sincere che conservo gelosamente dentro di me. Ognuno di loro mi ha dato la possibilità di crescere umanamente e sotto l’aspetto professionale, perché nella vita, al di là delle vittorie e delle sconfitte, sono i rapporti a durare nel tempo e a regalarci le emozioni più belle e più forti.

 

 

La tua annata alla Scuola di Basket Viola è stata creata, a livello senior, esclusivamente per fare crescere il gruppo Under 16 ed ovviamente, i risultati sono arrivati in chiave young. Quanto può crescere questo gruppo e che miglioramenti hai rilevato?

 

Sono contento di quello che stiamo facendo, la passione, l’entusiasmo che ci metto, le emozioni che provo sono sempre le stesse. Alleno tanti buoni giocatori, stiamo lavorando molto, anche se la strada è ancora lunga. I ragazzi si stanno formando dal punto di vista fisico e stanno migliorando dal punto di vista tecnico. Il mio compito è quello di aiutare tutti a sviluppare il proprio potenziale, senza illudere nessuno, perché solo con l’impegno non si diventa giocatori di pallacanestro, ma nello stesso tempo non va negato il sogno di riuscirci, accompagnandoli nel loro percorso di crescita anche come persone attraverso i valori della lealtà, del rispetto delle regole, del rispetto reciproco e dell’aggregazione.

La Scuola Basket Viola è una delle realtà più importanti dell’intero panorama cestistico nazionale per quanto concerne l’attività giovanile. Nel campionato under 16, con 15 vittorie consecutive, i nostri ragazzi hanno raggiunto le finali regionali, dimostrando un miglioramento costante da parte di tutti con l’obiettivo di raggiungere traguardi ancora più ambiziosi. Tra le mie priorità sicuramente c’è quella di continuare ad insistere su un progetto legato ai fondamentali e alla formazione dei giocatori. Ci sono sicuramente giovani già sulla buona strada, che possono diventare degli ottimi prospetti. Sono ancora molto giovani ma secondo me hanno tutti i numeri per farcela, l’importante è continuare a lavorare con entusiasmo e aggiungere qualcosa ad ogni allenamento.

 

 

Con lo stop dei campionati e lo stop di tante, troppe aziende in Italia c’è il serio rischio che il giocattolo basket, difettoso già di per sé possa diventare ancora più piccolo?

 

Purtroppo stiamo vivendo un momento critico in Italia sotto tutti i punti di vista, di conseguenza ne risente anche lo sport. La pallacanestro italiana stava già vivendo un momento difficilissimo. Girano pochi soldi ed è sempre più complicato rispettare gli impegni presi a inizio stagione. Il basket ha molti problemi.

Appena si tornerà alla normalità, bisognerà cambiare, insistendo maggiormente sui vivai, valorizzando i nostri giovani, in serie A1 vedo troppi americani e molti anche di livello discutibile.

E’ necessario ritornare a cercare nelle scuole, creare strutture nuove, realizzare campi da gioco all’aperto. In America molti giocatori di playground sono diventate stelle NBA.

 

 

Guardando all’ultimo post di uno dei tuoi pupilli cestistici di sempre, Tommaso Carnovali, da tre anni a caccia di voler terminare la stagione, costretto a fermarsi anche quest’anno, che ne pensi di questo ulteriore forfait?

 

Tommaso è un ragazzo e un giocatore straordinario, stava disputando un ottimo campionato, gli auguro una carriera sempre più brillante.

Tutti dobbiamo mettere la salute al primo posto e far prevalere il buon senso ed accettare l’annullamento dei tornei. Credo che aprile sarà ancora un mese di sofferenza, ma non ho la sfera di cristallo. Questa situazione di emergenza ci ha unito tutti. C’è un forte senso di appartenenza e una grande ammirazione per i medici, gli infermieri e tutte quelle persone che lavorano negli ospedali. In questo momento di incertezza spero che la federazione possa trovare una formula  per programmare una futura ripartenza. La salute della gente è prioritaria rispetto allo sport e agli interessi economici, ora bisogna pensare alla sicurezza.

 

 

Anni in nero-arancio tra amarezze e soddisfazioni. Sarebbe troppo brutto parlare ancora, ed in questo momento storico, della parte finale delle ultime stagioni prima in A2 e poi in B.

A tuo avviso è possibile che il basket nazionale possa tornare a Reggio?

 

La Viola da sempre ha rappresentato un patrimonio sportivo e sociale, una realtà che negli ultimi 50 anni e più ha portato il nome di Reggio Calabria in giro per l’Italia e nei palazzetti più importanti del panorama cestistico nazionale. Il mio augurio è che Reggio Calabria, grazie agli sforzi della Scuola Basket Viola, della Pallacanestro Viola Supporters Trust, di tutte le altre società cittadine nonché della classe dirigente, dei mass media e dei tifosi torni ad occupare il posto che merita nella pallacanestro nazionale, facendo tesoro delle esperienze passate con la speranza che questo augurio possa diventare presto realtà.

 

 

Hai un messaggio per i tuoi atleti?

 

In seguito alla sospensione degli allenamenti, i ragazzi continuano a lavorare presso i propri domicili seguendo un programma personalizzato approntato opportunamente insieme al nostro preparatore fisico Praticò.

A loro va il mio speciale abbraccio virtuale. Fare squadra è possibile anche a distanza. Ognuno di noi può e deve impegnarsi per fare la sua parte. Questo momento può darci la forza che sarà utile quando tutto questo sarà passato e scoprire cos’è il coraggio. Ricordiamoci che la situazione è solo temporanea, l’emergenza passerà e tutto tornerà meglio di prima. Ci rialzeremo, ne sono sicuro. Fino a quel momento rispettiamo le regole e ricordiamoci che rimanendo distanti oggi potremo essere più forti domani. Andrà tutto bene.

 

P.S.: un saluto particolare ad Umberto Scorza che ad inizio stagione ha subito un brutto infortunio e sono convinto che grazie alla sua grande passione tornerà più forte di prima.

#DISTANTIMAUNITI

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