Dottor Capurro, ecco la replica

 

 

Riceviamo e pubblichiamo

Caro Direttore ,

avevo deciso di non esprimermi preferendo la eloquente via dell’indifferenza ma il tuo articolo ed il relativo link mi costringono anzi mi obbligano a scrivere.

Avrei preferito non dare importanza a quella che, secondo una tua personalissima opinione, definisci una firma storica della pallacanestro italiana.

Ma lo svolgersi dei fatti mi obbliga, mio malgrado, ad inviarti la presente.

Spiego anche il perchè: non mi piace parlare pubblicamente dei miei innumerevoli successi personali sportivi e professionali in quanto credo fermamente che i fatti siano più eloquenti delle parole; oltretutto non sono abituato a dare importanza ai forum e soprattutto ai siti internet con platea di lettura condominiale o parrocchiale.

Sono altrettanto convinto però che chi, come voi giornalisti, ha il gravoso compito di fare informazione ed opinione DEVE farla in maniera obiettiva, anche talvolta critica, ma sempre riferendo fatti realmente accadutie non allucinazioni più o meno patologiche; in primis per rispetto della propria firma e, anche nel caso di siti internet a lettura di quartiere, per rispetto del vicino della scala accanto che magari non ha il tempo o la voglia di verificare quanto letto.

“Sfugge” infatti al signor Campana che il Dott. Capurro lavora con la federazione, dapprima al settore minibasket in qualità di medico ai camp nazionali e di docente ai corsi nazionali per istruttori sin dal lontano 1999-2000.

Poi nel 2000-2001 ha inziato a seguire come responsabile dello staff medico le nazionali giovanili al fianco del coach Gebbia iniziando con l’annata 1986 allora under 16 di tali Marco Belinelli, Luca Vitali, Michele Antonutti etc

Ed ha continuato con professionalità e dedizione sino ai nostri giorni dopo aver disputato svariati campionati europei, raduni nazionali e relativi tornei internazionali e ben due tournee in terra americana godendo della fiducia incondizionata da parte di tutte le componenti del settore squadre nazionali.

Non ultimo,a conferma della sua passione per la medicina dello sport applicata al basket giovanile, ha anche svolto un  importante lavoro di ricerca per il conferimento del titolo universitario di dottore di ricerca in scienze delle attivita sportive all’università degli studi di Messina con tesi sulle nuove metodologie di allenamento nel basket giovanile con particolare riguardo alle nazionali in collaborazione con il prof. Roberto Colli indiscusso maestro di metodologia dell’allenamento  livello internazionale.

Non si capisce quindi di quale “debutto” il Campana si affanni a riferire nel suo articolo a libera interpretazione personale e si precisa che il dott. Capurro non ha mai lavorato con le nazionali femminili fatta eccezione per un raduno di preparazione ai giochi del mediterraneo della nazionale A femminile nè tantomeno ha mai avuto bisogno di “staccare ticket” per partecipare ad eventi sportivi in Italia ed all’estero; anzi ha spesso dovuto effettuare delle doverose scelte per concomitanza di eventi.

Naturalmente tutte queste reali informazioni sono rintracciabili sui siti internet istituzionali o comunque di una certa importanza e diffusione e sono presenti nel suo lungo curriculum rilegato.

Delle altre inesattezze sportive e non prettamente professionali deve purtroppo, in qualità di tesserato, osservare un rigoroso silenzio regolamentare ricordando però che non è mai stata irrogata alcuna sanzione disciplinare a suo carico e che i fatti non si sono svolti per come descritti nell’articolo.

Tutto quanto sopra era dovuto per dovere e diritto di corretta informazione per tutti gli sportivi e soprattutto per quelli che lo onorano della loro stima e del loro supporto giornalmente con affetto e sincerità.

Solo a loro un grazie di cuore ; agli altri un incoraggiamento nel faticoso lavoro per eventualmente raggiungerlo.

 

Dott. Renato Capurro

 

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