Femminile

FABIO NARDONE:”CATTANI? E’ UN FRATELLO”

di Fortunato Serranò Fabio Nardone esalta la Salerno in Rosa. “Squadra giovane ma con un’anima cazzuta”

Un esordio con il segno più, quello della Salerno in Rosa nel campionato di serie A2. A parlare, a pochi minuti dalla sirena finale, è il coach Fabio Nardone, che analizza la prima vittoria della sua squadra contro Viterbo e si sofferma sul valore del movimento femminile.

“Che gara è stata? Ma come dicevo prima era l’esordio, una squadra giovane, tanti esordienti”, esordisce Nardone, subito pronto a sottolineare il lato positivo. “Però eravamo molto fiduciosi del precampionato. La squadra ha fatto una forza dal punto di vista mentale”.

Il coach entra subito nel dettaglio della partita, evidenziando il suo marchio di fabbrica: la difesa. “Primi due quarti abbiamo concesso 16 punti, che è un po’ il mio marchio di fabbrica, è una mia filosofia partire sempre dalla difesa, dall’intensità, perché si crea una forza mentale”. Una filosofia che ha pagato, portando la squadra a un vantaggio monstre: “A 7 minuti dalla fine eravamo sopra di 32. Poi chiaramente, come giusto che sia, abbiamo dato spazio a tutte e abbiamo vito di 16 o 14. Ma sono strafelice perché veramente questo gruppo oggi ha dato un bel segnale”.

Alla domanda su come stia il movimento femminile, Nardone, pur definendosi “un po’ nuovo” dopo l’esperienza dello scorso anno che portò alla salvezza, non nasconde il suo apprezzamento.

“Devo dire la verità: le donne sono caparbie, sono recettive.  “Nel senso che hanno veramente un’anima agonistica interessante e questa cosa mi ha colpito. E devo dire la verità, sono proprio contento per adesso di questa scelta”.

Il colloquio con il coach non poteva non toccare un altro capitolo importante della sua carriera: l’esperienza a Catanzaro. “Ma innanzitutto io c’ho un fratello lì che è Andrea Cattani”, rivela Nardone, “con il quale abbiamo diviso tantissime esperienze”. Un legame così forte da aver influenzato anche la preparazione alla partita di oggi: “Oggi quando mi hai portato i suoi saluti ho detto: non posso perdere perché il capitano mi vuole bene, gli voglio bene io e quindi do un grosso abbraccione”.

“Per me è stata un’esperienza di pochi mesi”, ricorda, “in una società che in quel momento voleva fare qualcosa di importante con alcune problematiche. E devo dire la verità, ho conosciuto tante belle persone”. E sul futuro, una porta non è mai chiusa: “Come ho detto, Andrea nella vita può darsi pure che uno prima o poi si rincontra, perché io penso che quando ci sono i valori c’è sempre una strada aperta”.

 

Show Buttons
Hide Buttons