Filippo Frisenda: “Il Baskin è un diamante prezioso, un ponte di passione e inclusione”
Filippo Frisenda, delegato Sicilia e Calabria del Baskin, si racconta in un’intervista ricca di emozioni, riflessioni e progetti per il futuro su Tiro da 4 in compagnia di Giovanni Mafrici. Dal bilancio delle attività alla visione di un futuro inclusivo, passando per le sfide e le emozioni che questo sport regala, Frisenda dipinge un quadro vivace di una realtà in continua crescita.
“È un ponte vero, fatto di passione, volontà e grinta”, esordisce Frisenda. “Ci vuole tanta grinta per portare avanti questo progetto, ma ne vale la pena. Il Baskin non è solo uno sport, è una filosofia di vita. Da tempo non parlo più di disabilità, ma di diversa abilità. Ogni ragazzo ha una fragilità, ma anche un’abilità unica. Il nostro compito è scoprirla, allenarla e farla emergere”.
Frisenda sottolinea la forte sinergia tra Sicilia e Calabria: “Mi sento siciliano di Calabria, per me queste due regioni sono una cosa sola. Dopo gli Stati Generali, abbiamo visto nascere tre nuove società in Calabria, grazie anche a Giovanni Mafrici. È stata un’emozione fortissima, perché significa che il nostro lavoro quotidiano ha un senso e un fine. Adesso tra Sicilia e Calabria stiamo sfiorando le 30 società affiliate, e vorrei che questo numero crescesse ancora”.
“Non c’è un attimo di sosta”, racconta Frisenda. “Le società vanno accudite, coccolate, indirizzate e seguite. Reggio grazie all’Aleandre sta iniziando con la scuola, Gioia è attiva, Vibo aspetta solo il via per partire. Abbiamo avuto una crescita esponenziale, e vogliamo continuare su questa strada. Il nostro obiettivo è far sì che sempre più realtà si avvicinino al Baskin”.
Frisenda lancia un appello a chi vuole avvicinarsi al Baskin: “Serve un impianto, ma non è un problema insormontabile. Ci sono tante piccole realtà che hanno un palazzetto e la motivazione giusta. Basta una piazza e quattro canestri, e io faccio giocare a Baskin. Prima ci chiedevano: ‘Baskin? Cos’è?’. Adesso dicono: ‘Baskin? Ne ho sentito parlare’. Questo è già un motivo di orgoglio enorme”.
Emozioni e aneddoti: il cuore del Baskin
Frisenda racconta alcune delle emozioni più forti vissute con il Baskin: “Ho pianto solo per il Baskin, durante il rientro alla pandemia. Ci sono storie incredibili, come il ragazzino che ha fatto il tiro vincente allo scadere senza nemmeno accorgersene, o l’altro che piangeva perché era arrivato secondo e non aveva mai vinto niente. Questi ragazzi ti lasciano qualcosa di indelebile”.
Una provocazione: obbligare le società a fare Baskin
Frisenda lancia una provocazione: “Metterei come obbligo federale per le società di basket di avere una squadra di Baskin. Vedreste come migliorerebbe la pallacanestro in termini di sportività, etica e moralità. I miei ragazzi vengono alle partite di B Interregionale e fanno un tifo da stadio. È qualcosa di magico”.