Flavio Tranquillo a Reggio Calabria

{iframe} http://www.youtube.com/embed/pO3YLmQ8QSY” frameborder=”0″ allowfullscreen {/iframe}


Link

Flavio Tranquillo a Reggio Calabria

Una bella domenica sera estiva parlando, dialogando ed argomentando di pallacanestro d’alto livello in una delle piazze principali Reggio Calabria, città dalla quale sono passati talenti come Kobe Bryant e Manu Ginobili.

La kèrmesse cittadina Tabularasa, ideata dal portale Strill.it condotto dall’attuale Presidente della Viola Giusva Branca, ha ospitato le performances di Flavio Tranquillo, commentatore cestistico di Sky.

Le argomentazioni? Come è cambiato il basket dagli anni ’80 ad oggi? Da Giganti del Basket a Tele +, da TeleReggio alle prime radio indipendenti, dal cambiamento di linguaggio agli aneddoti di coach Zorzi a cena, dall’approccio del marketing Nba all’ innovazione cestistica.

La piacevole conversazione è stata arricchita dalla presenza di Raffaele Mortelliti di Strill e da Fabio Cuzzola, scrittore ed appassionato di basket (in tanti ricorderanno la sua seconda voce accanto a Mario Vetere durante le radiocronache della Viola in radio).

E’ proprio Fabio Cuzzola ad aprire le argomentazioni omaggiando “The Voice” con tante frasi diventate celebri durante le telecronache delle Finals Nba: Reggio Calabria? “Tanti anni fa si divideva tra tanti PlayGround cittadini tra l’Ugo Foscolo e Santa Caterina. Andavamo a messa con la palla in mano. Lo sport era il polso della città e la Viola contribuì alla risalita sociale della gente della città.

Negli anni ’80 tutti comprammo la racchetta e giravamo con la fascetta sognando Borg, allo stesso modo con l’ascesa della Viola tutti provavano ad emulare Mark Campanaro in palleggio: lo sport vive di miti e crea proseliti anche grazie ai risultati”.

E’ davvero interessante l’intervento di Flavio Tranquillo, voce numero uno del basket in Italia: “nel 1983 la Nba era solamente un sogno, una chimera, qualche tabellino e qualche fotografia. Adesso, ed in qualsiasi momento,  chiunque può vedere la partita, le informazioni e qualsiasi cosa del mondo del basket dei Pro”.

L’Epica non è certamente nata in America ma nessuno come gli americani ha scoperto che Epica e Sport possano convivere alla grande. L’idea di rendere Epica la pallacanestro, come solennizzazione del racconto e portare le storie del campo alla vita di tutti i giorni,  è stata loro. Se una cosa diventa patrimonio di una comunità si vende di più ed è una cosa di cui non si deve aver paura.

L’ idea di demonizzare i soldi nello sport è una solenne scemenza, perché in uno sport in cui c’è grande successo commerciale è possibile pagare di più i giocatori, avere migliori palestre, migliori medici, staff più completi ed alla fine puoi offrire un prodotto migliore e tutto ciò è nei migliori interessi del fruitore.

Il dialogo diventa intrigante: la narrazione e le esperienze legate ad Aldo Giordani e Dan Peterson, il modello di telecronache e radiocronache ed i ricordi legati alla gara tra Viola Reggio Calabria ed Olimpia Milano del 1990 al PalaBotteghelle che segnò la fine del ciclo delle scarpette rosse dei vari Meneghin,Mc Addoo, D’Antoni ecc.

Giusva Branca racconta aneddoti legati alla sua esperienza professionale “atipica”: “Facevo le radiocronache degli allenamenti della Viola”.

Flavio Tranquillo ricorda, come se fosse ieri, il canestro di Giampiero Savio da tre con il fallo “praticamente da disteso per terra”.

L’opinione collettiva dei partecipanti alla discussione è che il basket debba tornare ad essere di tutti: qualcosa di fruibile.

Non bastano solamente le Scuole di basket a pagamento per far decollare un movimento che da tanti, troppi anni, vive solamente indoor e risulta poco coinvolgente verso le masse rispetto al Calcio.

Flavio Tranquillo sottolinea un suo pallino:”insegnare la pallacanestro con i metodi di ieri? E’ impensabile. Userei molto più video nelle categorie giovanili per far apprendere meglio i ragazzi grazie all’approccio visivo”.

Cosa cambieresti del basket italiano?

Tranquillo precisa: ”Ci sono difficoltà di sistema. Bisognerebbe dividere il comparto professionistico da tutto il resto.

Del comparto professionistico si devono occupare dei privati,  la Federazione di tutto ciò che è  “non-professionistico”.

Flavio Tranquillo a Reggio Calabria

Appuntamento con lo sport  ed il particolare con la pallacanestro per Tabularasa, kèrmesse della città di Reggio Calabria creato dal portale di informazione Strill.it condotto dal Presidente della Viola Giusva Branca.

Questa sera in Piazza Italia ore 21.30 argomenterà la voce della Nba su Sky Flavio Tranquillo, giornalista, scrittore e telecronista sportivo.

(vi consigliamo la visione online della presentazione del suo ultimo libro “Altro tiro,altro giro, altro Regalo” link speciale di Nino Romeo)

Spazio per lo scrittore Fabio Cuzzola giornalista con un passato nel mondo della palla a spicchi.

Il team è “Quel Basket Che Non C’è Più”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Show Buttons
Hide Buttons