Francesco Laganà: “Un sogno chiamato Reghion. Quante emozioni”
La guardia di Villa San Giovanni racconta l’emozione del trionfo nazionale e l’anno speciale vissuto con la squadra reggina
“Provate a immaginare 20 persone urlanti riunite in salotto, mio fratello in tribuna, mezza famiglia collegata da Villa… e io in panchina a vivere l’emozione più bella”. Francesco Laganà dipinge così il coronamento del suo anno con la Reghion, fresco campione d’Italia CSI, in un racconto che è una lezione di sport vero.
Lasciata Villa San Giovanni, l’approdo nella realtà reggina si è rivelato una sfida:
“Entrare in un gruppo rodato da anni, con ex Serie A e B, è stato durissimo – ammette l’esterno, tra i migliori giocatori del Csi quando vestiva i colori del team del Presidente Versace- Mi sono dovuto mettere sotto, ma la gioia di questa vittoria è indescrivibile”.*
A rendere unico il percorso, l’affetto dei tifosi e dei familiari:
“Mio fratello Gaetano è venuto a semifinale e finale, mia mamma ha riunito 20 persone a casa. E la curva… chilometri macinati fino a Porretta, sempre al nostro fianco anche quando eravamo sotto”.
Laganà individua nel comeback contro Verona (“sotto di 14 a 3 minuti dalla fine”) il turning point:
“Dopo quella rimonta da miracolo sportivo, abbiamo creduto davvero di poterlo prendere, questo scudetto”.
Con disarmante onestà, l’ex villa san giovannese smonta i luoghi comuni:
“A 34 anni, canestri e minuti contano poco. Allenarmi con questi giocatori ha arricchito il mio bagaglio. Il gruppo creatosi è andato oltre le statistiche”.
Un finale perfetto per un’annata che Laganà sintetizza così: “Non era una vittoria per me, ma di tutta una comunità. E questo la rende eterna”.


