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Gianni Tripodi al Clinic Gebbia: “Serve tornare a formare giocatori completi”

Speciale Clini Gaetano Gebbia- di Giovanni Mafrici- Emozione, memoria e tanta sostanza tecnica. Il Clinic nazionale dedicato a Gaetano Gebbia ha riunito a Reggio Calabria alcuni dei migliori esperti del basket italiano, tra cui Gianni Tripodi, coach e formatore nazionale CNA, che ha condiviso riflessioni importanti sul presente e futuro del movimento.

 

Tripodi, visibilmente commosso, ha aperto il suo intervento ricordando l’amico e mentore: “Gaetano è stato una figura fondamentale per tutti noi. Il liceo Volta ha deciso di intitolargli la palestra, ma secondo me Reggio Calabria potrebbe fare di più: una piazza, una via. Gebbia era reggino d’adozione, ma ha dato tutto per questa città”.

Una proposta concreta: “In Federazione avevo suggerito di intitolare a lui il campionato Under 16, portando le finali nazionali qui ogni anno. Sarebbe un modo per mantenere viva la sua eredità”.

Il cuore dell’intervento di Tripodi è stato un appassionato j’accuse sul settore giovanile: “Oggi si cerca il giocatore già pronto per la NCAA o la prima squadra, ma i fondamentali? Si è persa la cultura della costruzione. I ragazzi imitano la Serie A senza averne le basi: pochi tiri da sotto, difese individuali approssimative”.

Esempi concreti: “Io dedico 30-40 minuti ad ogni allenamento ai fondamentali: palleggio, passaggio, tiro. Se riempi un contenitore solo di pick-and-roll senza basi solide, prima o poi crollerà. E la zona a 14 anni? Insegnata male: come puoi difendere uno spazio se non sai marcare uomo a uomo?”.

 

Tripodi lancia una proposta operativa: “Dovremmo osservare più allenamenti giovanili, creare confronto. Con la tecnologia, potremmo registrare le sessioni e analizzarle insieme. Non per giudicare, ma per migliorare”.

E sul metodo Gebbia: “Lui faceva pressing a tutto campo, insegnava la difesa Run and Jump. Oggi vedo under 14 che fanno zone press senza capirle: recuperano palloni per errori avversari, non per merito”.

“Serve una riflessione collettiva – conclude Tripodi – Il mio non è la verità, ma un grido d’allarme. Dobbiamo ripartire dai fondamentali, come faceva Gaetano. Solo così il basket italiano tornerà a crescere”.

 

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