Giovanili: Il racconto di Gianluca Carpanzano sull’esperienza all’Omega Cup

 

e Dario Palazzo al torneo internazionale di basket giovanile under 16 “Omega Cup” svoltosi a Panevezys (Lituania) dal 27 al 29 Dicembre scorsi. Oggi tocca a Gianluca Carpanzano, promettente talento in forza alla Virtus Catanzaro e protagonista anche nei vari campionati under, autore di una prova di rilievo con ben 99 punti realizzati nelle cinque gare disputate di cui ben 28 messi a segno nella quarta partita contro la Klaipeda persa con 20 lunghezze di scarto.

D: Prima esperienza in un torneo internazionale: Gianluca, come hai accolto la convocazione?

R: Quando Fabrizio Tunno mi ha comunicato della partenza per la Lituania mi sono sentito molto onorato di poter giocare in un torneo internazionale dove si affrontavano squadre indubbiamente di alto livello e così mi sono concentrato al massimo nel mese successivo per arrivare nel miglior modo possibile a questo appuntamento che ci avrebbe messo a dura prova sotto l’ aspetto fisico.

D: Nel freddo lituano avete vissuto tre giorni intensi di gare: raccontaci la tua giornata tipo.

R: La mia giornata tipo era molto semplice. Mi svegliavo alle 8:00 perché giocavamo alle 10:00 e andavamo tutti insieme a fare colazione in un palazzo accanto il nostro albergo. Di solito uscivamo verso le 9:00 perché il palazzetto era situato a qualche minuto di cammino da dove alloggiavamo e arrivati al palazzetto giocavamo la prima partita della giornata. Poi tornavamo in albergo, pranzo e riposo in vista della gara pomeridiana quasi sempre giocata alle 16:00. L’ ultimo pomeriggio siamo andati a Vilnius, capitale della Lituania, per la visita della città e per comprare qualche ricordo dell’ avventura al centro commerciale.

D: Tu e Dario Palazzo avete preso parte al torneo vestendo la maglia della selezione giovanile del Fabriano Basket. L’occasione è quindi stata momento di confronto con altre realtà di pallacanestro giovanile italiana (Fabriano) e internazionale (Lituana e Ucraina): quali le differenze con la realtà calabrese? Come hai vissuto questo confronto?

R: La differenza maggiore che ho potuto riscontrato con il basket calabrese è naturalmente la possibilità di schierare in ogni squadra almeno 2-3 ragazzi sopra i 2 metri; di conseguenza ogni giocatore aveva un ruolo ben preciso in cui giocare per far girare al meglio i meccanismi di squadra. Venivano utilizzate molto le “zone press” per mettere in difficoltà e rubare secondi preziosi all’attacco avversario. Per il resto il tipo di gioco era uguale a quello di qualsiasi squadra giovanile: difesa forte e la continua ricerca del contropiede. Il livello fisico del torneo era molto alto e di conseguenza l’ arbitraggio era più permissivo e questo consentiva di rischiare qualcosa in più in difesa con palle sporcate o recuperi. Per me è stato un incontro molto utile che mi ha permesso di capire l’etica del lavoro che hanno ragazzi della mia età in quei contesti e l’ importanza delle qualità fisiche che bisogna necessariamente sviluppare per giocare a basket a determinati livelli.

 

Intervista di Maria Rosa Taverniti per Reggioacanestro.it

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