Giù la maschera: Gaetano Gebbia ci presenta Basketinsieme

Dovremmo far capire che puntare a vincere i campionati  aiuta ma non è l’obiettivo primario di un settore giovanile.

Che se ci si fa la guerra fra poveri i forti non devono neanche fare molti sforzi per distruggersi. Avere idee chiare, progettualità per raggiungere obiettivi comuni. 

Se continuiamo così i pochi pochissimi giovani interessanti continueranno ad andare via.

La crescita deve essere di tutti gli operatori, non solo allenatori.

Sono questi i diktat fondamentali di questo nuovo, ed al momento misterioso,  progetto che punta a mettere in pratica, nei campionati federali e non solo, nuova linfa per il movimento reggino e calabrese.

Ne abbiamo parlato con Coach Gaetano Gebbia per un decennio a capo delle selezioni giovanili maschili azzurre (durante la crescita di talenti come Belinelli, Bargnani, Datome e Gallinari) e coach della Viola del miglior piazzamento della propria storia, allenatore del Pg Modena Campione d’Italia e scopritore del talento argentino Manu Ginobili.

Basket Insieme: quali sono le prospettive di questo progetto?

Le prospettive nel breve sono quelle di far partire il progetto, verificando la reale disponibilità delle società ad uscire dalla logica esclusiva della tutela dei propri interessi, per condividere obiettivi comuni di più ampia portata.

Nella Vostra nota c’è scritto in grassetto e sottolineato: Sportama, società non affiliata ai Campionati Fip ma nella stessa si parla di partecipazione ai campionati federali del basket nostrano.

E’ un controsenso, un segnale o cosa?

Si vuole soltanto sottolineare la posizione della Società SPORTAMA, che non essendo affiliata alla FIP, ancora meglio assume il ruolo di coordinamento.

Cosa ha spinto una persona che ha lavorato nell’elite del basket nazionale con un ruolo di rilievo e spessore per tantissimi anni a dare un segnale ad una realtà cittadina come Reggio Calabria?

Io appartengo a due regioni, Sicilia e Calabria, che non riescono ad esprimere le proprie potenzialità, proprio perché prevalgono quelle logiche che, nelle regioni in cui il movimento è forte, non creano particolari problemi, da noi sono invece assolutamente deleterie. Mi riferisco all’attività di base, non a quella di vertice, dove sia Sicilia che Calabria, sono ben rappresentate.

E’ arrivata la prima adesione (Ufficiale ndr) da parte del Val Gallico, società che prenderà parte al Campionato di C Calabrese Silver.Possiamo iniziare ad unire i punti?

Abbiamo accolto con entusiasmo la pronta disponibilità del Val Gallico; nel caso in cui il progetto dovesse partire il campionato di Serie C sarebbe molto funzionale al raggiungimento degli obiettivi. Non si poteva iniziare, quindi, in modo migliore; aspettiamo altre adesioni per cominciare ad unire i puntini.

Dal punto di vista pratico come immagina questo progetto nel prossimo Giugno?

Nel prossimo Giugno mi auguro che si sia già programmata, da mesi, la stagione successiva.

Quattro Italiani in Nba (partiti dai progetti azzurri coordinati da Lei) e pronti per un Europeo tutto da seguire. Come sta il basket italiano?

Continua a soffrire, e continuerà a stare male indipendentemente dai risultati del prossimo europeo che ci auguriamo siano prestigiosi e che ci diano il lasciapassare per Rio 2016. Lo stato di salute di un movimento lo si valuta nell’attività di base ed in quella giovanile, nelle difficoltà delle società, nel  numero reale dei tesserati, negli spettatori presenti nei diversi campionati, nel numero delle società che chiudono bottega o in quelle che rinunciano ai campionati, nel livello dei campionati giovanili e nell’equilibrio degli stessi su tutto il territorio nazionale. Su tutto questo credo vadano fatte profonde riflessioni e sviluppati progetti adeguati. Invece restiamo molto autoreferenziali, continuiamo a nascondere la polvere sotto il tappeto e la testa nella sabbia.

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