GLI ANNI VIOLA, IL COMMENTO DI COACH ATTILIO CILIONE
La notizia è che, nonostante gli impegni lavorativi e familiari, lui allena ancora, nelle minors, nella Capitale. Rappresenta insieme a Domenico Bolignano, oggi sulla panchina di B1 dell’Orlandina e pronto per il suo terzo anno in terra paladina uno degli ultimi Coach della Scuola di Gaetano Gebbia. Attilio Cilione allena ancora, nella capitale, in Dr2 con la medesima e puntigliosa voglia di far bene. Non potevamo non chiedergli un’impressione sul Podcast “Gli Anni Viola”, format prodotto da Francesco e Nicole Scambia in collaborazione con Viola Inside ed in onda su Radio 24 del “Il Sole 24 ore”
Una tua opinione sul Podcast gli anni Viola?
“Se volessi condensare il mio pensiero in poche parole, ti direi nostalgia e orgoglio. Lo si ripete spesso, lo hanno colto tutti quelli che, anche a distanza di anni, si sono avvicinati alla storia della Viola: la città intera si identificava in quei colori. Soprattutto il Botteghelle era una sorta di enclave nella quale ci rifugiavamo per vivere momenti di pura felicità quando invece il mondo fuori era buio. La Viola era la parte più luminosa di Reggio Calabria.
E quando si ascoltano le voci dei protagonisti che la resero ‘mitica’, la nostalgia sale… e gli occhi diventano lucidi”.
I ricordi più belli di quegli anni?
“Dal punto di vista quantitativo, una infinità. Non saprei da dove cominciare. Posso sicuramente dire, però, che gli anni che ho vissuto alla Viola, mi hanno consentito di imparare tantissime cose, alcune delle quali mi tornano utili anche nella vita lavorativa. Ma, del resto, la Viola era anche questo. E non costituiva un elemento secondario. La parte sportiva camminava di pari passi con la crescita umana. E’ questa la più grande eredità che la Viola ha lasciato”.
Un momento?
“Il fallimento della Viola segno’ il momento più duro per una intera comunità. E per quanto durissima, e’ nulla in confronto a quello che l’ing. Scambia, e la sua famiglia, dovettero ingiustamente subire.
Se dovessi scegliere un momento di campo, ti direi l’eliminazione di Milano ai play off nel campionato 89-90. Il Botteghelle ballava, da fuori si vedeva, ne sono certo”.
Cosa significa per te la Viola?
“E’ la domanda più semplice, eppure la più complessa a cui rispondere. Tra l’altro, cercando di non apparire banali.
Mettiamola così: la Viola era… un luogo. Non una squadra o una società. Era una casa, nella quale ci stavo bene e dalla quale non me ne sarei mai voluto allontanare”.

Prima puntata
Seconda puntata
Terza puntata
Quarta puntata
Quinta puntata
Sesta puntata
Settima puntata
Ottavo puntata


