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I RICORDI DI COACH GERI

L’8 Aprile 2020, in pieno clima di Covid, avevamo intervistato il compianto Coach reggino. Vi riproponiamo un’intervista da leggere accuratamente

Intervista del 8 Aprile 2020 – di Giovanni Mafrici

E’ uno dei volti storici del basket reggino, 

Angiolo Tommaso Geri, per tutti Nuccio, in sintesi il papà di Milo ed uno degli allenatori maggiormente ben voluti del basket calabrese.

L’allenatore benemerito, premiato dalla federbasket quattro anni fa, argomenta di giocatori e pallacanestro.

Una carriera infinita tra le compagini del comprensorio reggino che non ha nessuna intenzione di fermarsi.

Un’immensa voglia di uscire di casa in primis, attendendo i vari piani del governo Conte e successivamente ritornare sul rettangolo di gioco per allenare.

Come va innanzitutto?

 

Si sta malissimo, almeno io mi trovo veramente in difficoltà.

Lo trovo raccapricciante, un momento tale.

Stare lontano dai ragazzi, dagli arbitri, dalle squadre, il basket mi manca da morire.

 

Quale campionato ti manca di più?

Con sincerità devo dire la Serie D, il campionato più simpatico rispetto agli altri.

Nella C ci sono la nuova Viola ed il Catanzaro che avevano qualcosa in più rispetto alle altre ma era un campionato piccolo rispetto agli altri e c’era pochino da vedere.

Post corona Virus, in tanti stanno riflettendo sul fatto se sia il momento giusto per tirare una bella linea e guardare al futuro con altri programmi ed un nuovo spirito.

 

Tra regolamenti e riflessioni. Da dove ricominceresti?

Potrebbe essere un discorso interessante.

Questi campionati, però, specialmente quelli regionali mettono in evidenza poche squadre e tanto, forse troppo, denaro da spendere e secondo me non è una bella cosa.

La cosa più importante di questi campionati è quando le squadre come tante volte accade ci siano ragazzi cresciuti nella stessa società.

Gli stessi possono dare un apporto notevole anche dal punto di vista del “non denaro”.

 

In questi ultimi anni, oltre al forfait della Viola ed alla retrocessione del Catanzaro mancano, probabilmente tutte quelle squadre che disputavano i campionati nazionali. 

Quelli della vecchia C nazionale per intenderci.

 

Si, esatto.

Se ce ne accorgiamo sono pochissime le squadre della Serie C. Quattro di Reggio, una a Catanzaro, Lamezia e Cosenza.

C’è poco e niente.

Ecco perchè ribadisco che la Serie D è apparsa più bella e combattuta.

I soldi non sono a disposizione di tutti, quindi è anche normale tutto questo.

Abbiamo assistito a campionati con fase ad Orologio inutile che è solamente una replica di quanto già visto molto spesso senza nessuna motivazione.

 

Per tanto tempo, tantissimo tempo ti sei appassionato ed hai sostenuto la Viola.

Quale Viola ti è rimasta più nel cuore?

Quella che ho tenuto sempre in grandissima considerazione è quella di Massimo Bianchi, Hughes e Campanaro.

Non si può dimenticare più di una fase successiva, come nei meravigliosi anni Panasonic e non solo.

Passare dallo Scatolone, la Palestra Piero Viola, al Botteghelle e poi al PalaCalafiore: una cavalcata splendida.

L’unica cosa che rattrista è la fine di questa favola probabilmente affidata alle mani di persone non competenti, persone che l’hanno rovinata.

 

A tuo avviso ci potrà essere una ripartenza per questa squadra che è per tutti noi un autentico Mito con tanto di Film documentario ed un palmares da sogno?

Me lo auguro,

Il percorso del movimento del Trust è lodevole.

Sono dei grandi sostenitori che si sono autotassati.

Il dover fare un campionato di una certa eccellenza comporta la presenza di una persona che abbia molti soldi.

Se fossimo stati un po più fortunati, un Luca Gallo poteva tranquillamente mettersi alla guida di un percorso simile per dare qualcosa in più al nostro basket.

Anche perchè i costi sono diversi con i soldi di tre stipendi calcistici di Serie C si rischia di poter fare un intero campionato di Serie B di basket.

Assolutamente, intendevo questa strada.

 

La domanda è difficilissima: I migliori cinque che Coach Geri ha mai allenato divisi per ruolo.

 

Mi metti in grande difficoltà.

Una guardia? Penso che, aldilà di ogni cosa anche se non l’ho avuto spesso nella mia squadra è mio figlio.

Ho seguito Milo anche quando giocava nella grande Viola giovanile ed è stato sempre una spina anche quando giocavamo contro in Serie C.

Abbiamo avuto grandi giocatori.

CI sono troppi ricordi belli.

In un periodo ho avuto il piacere di allenare Alessandro Parisi, un tiratore scelto che nei campionati contro le siciliane mi ha regalato sempre grandi soddisfazioni.

Ce ne sono stati di tutti i colori e sapori.

Eugenio Dattola ma non solo.

Play? Sono sempre stato affezionato ad uno degli ultimi Mauro Comi.

Un altro bel giocatori garbato che mai mancava agli allenamenti.è stato Fabio Cilione.

Mi sono sempre trovato di fronte a persone garbate.

Non si sono mai tirati indietro.

Poi…che vuoi…Gianni Speranza.. non si può dimenticare.

Giovanni Iulianello idem

Sono persone che mi hanno fatto fare figure bellissime anno dopo anno in campionati più che competitivi.

 

Capitolo stranieri in tutti i campionati.

Una volta erano anagraficamente più grandi.

A Soverato, Palmi, Pianopoli e non solo arrivavano stranieri davvero devastanti e fuori-categoria.

Adesso, invece, arrivano in gioventù cosa ne pensi?

Quello della Pallacanestro Viola mi ha veramente impressionato.

Luka Sebrek ha mostrato una tranquillità unica.

Crescendo in un ambiente come quello e con un ottimo allenatore come Paolo Moretti potrebbe diventare un giocatore d’alto livello.

E poi tra le persone che non posso mai dimenticare c’è Billy Fall, giocatore che ha alzato il livello.

 

Ricordo un Nuccio Geri in veste di accompagnatore delle selezioni azzurre.

Era un raduno della Nazionale con tanto di amichevole al PalaCalafiore.

Che esperienza fu quella?

 

Era il 1999 se non ricordo male.

C’era Paolo Moretti giocatore.

Io ero il rappresentante degli allenatori della Calabria ed avevo deciso di dedicare una settimana solamente a loro.

Ho preso sette giorni di ferie al lavoro, cosa che non ho mai fatto durante la mia carriera lavorativa ma l’ho fatto con un piacere enorme perchè ho vissuto una avventura azzurra al cento per cento, ero sempre con loro.

E’ stato l’anno più bello della mia vita anche perchè l’Italia subito dopo vinse l’Europeo.

Era la Nazionale di Myers, Meneghin,Chiagic, Pozzecco e non solo guidati da uno straordinario Tanjevic, una persona simpatica e garbata.

In più di un occasione ho avuto l’onore di parlare con lui e con Coach Antonio Pozzati.

 

Per concludere. Quando arriverà, finalmente il mese giusto per ritornare a pensare alla Pallacanestro, qualora ti arrivasse qualche chiamata per ritornare ad allenare ci penserai?

No, non ci ho mai pensato.

Quando mi è arrivata qualche chiamata ho sempre dato il mio apporto.

Quello che mi interessa di più aldilà delle partite sono gli allenamenti.

Se per 23 anni sono partito da Pellaro verso Reggio con allenamenti anche a tarda sera per allenare, vuol dire che è evidente la mia passione.

Ma quel che ho sempre preteso è la presenza agli allenamenti.

Non è bello quando ci si allena in pochi.

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