Varie

Il Futuro? Una squadra capitolina tutta “calabrese”

2a916i0

Parla Igor Dattola, Capitano della Luiss, esempio unico di struttura sportiva universitaria.In terra capitolina ma il cuore è sempre Botteghelle.

 

Era Roma, ma l’aria in campo ricordava per un attimo la nostra terra.Parliamo con Igor Dattola, Capitano della Luiss Roma di Promozione, formazione studentesca con atleti in arrivo da tutta Italia.

Che effetto ti ha fatto sfidare Milo Geri?

 

È ormai quasi da 9 anni che vivo a Roma e quindi lontano da Reggio Calabria, ma è vero che la finale di sabato scorso, con in palio la D, aveva un pezzettino di Calabria sul parquet, e questo non poteva che farmi piacere.

Sinceramente la mia attenzione andava sulla partita in sè e sulla voglia che la mia squadra aveva di fare l’ultimo passo, dopo due stagioni vissute sempre ai piani alti in un campionato difficile, lungo, con tante squadre toste attrezzate per competere.

Avevamo raggiunto la seconda finale consecutiva dopo 27 partite in cui è successo di tutto e volevamo prenderci quanto probabilmente questo gruppo avrebbe meritato.

Quanto alla presenza nelle file dell’Excelsior di una persona e di un giocatore delle qualità di Milo Geri, che ho avuto modo sin da giovanissimo di “conoscere” sul campo visto il passato nelle minors calabresi, non avevo dubbi sul tipo di partita che avrebbe fatto(Mvp della sfida con una prestazione trascinante) in virtù delle sue caratteristiche, messe in evidenza anche questa volta, e sulla sua voglia di competere e di vincere. È stata una partita particolare, decisa da un terzo quarto per noi stregato al tiro. Alla fine dei conti, se vinci 3 quarti su 4 ma di squadra segni molto poco rispetto alle tue medie stagionali, e gli avversari negli ultimi e decisivi 40′ si dimostrano più costanti e precisi nel fare le cose giuste al momento giusto non puoi far altro che riconoscere i loro meriti. Era una partita secca e queste partite sono così.

 

All’interno del Progetto Luiss è passato anche il violino Antonio Smorto. La vostra squadra da quel che leggo è una vera e propria riunione di varie regioni, dico bene?

 

Credo che laddove si parli del progetto Sport Luiss non si possa che sottolineare innanzitutto di come si tratti di un qualcosa di unico in Italia.

Il settore sportivo dell’università, oltre agli sport individuali,  conta più di dieci gruppi sportivi, maschili e femminili, davvero di ogni tipo di sport. Per natura, potendo far parte delle squadre gli studenti e i gli ex studenti iscritti all’associazione laureati, queste non possono che riflettere il carattere di un’università di questo tipo nonché situata al centro d’Italia, ovvero essere un contenitore di persone ed esperienze provenienti da ogni angolo d’Italia. Questo è sempre valso negli anni per la nostra squadra,  e anche quest’anno coprivamo davvero lo stivale da Udine a Trapani, ma anche per la squadra iscritta al campionato nazionale dove l’anno scorso ha fatto la propria esperienza il nostro conterraneo Antonio Smorto. Devo dire che questo aspetto rende speciale il far parte attiva di un gruppo sportivo visto che se da un lato si può avere la sensazione di essere quasi tornato ad essere nelle giovanili, dall’altro incastri e cerchi di unire abitudini, mentalità e aspettative tra le più diverse possibili, e se questa diventa la tua forza giocare durante una stagione diventa ancora più piacevole e rende lo spogliatoio una vera e propria seconda famiglia.

 

Ci parlano di un Attilio Cilione in rampa di lancio come Coach, Rizzieri,Mancuso ed Alessandro Russo pronti a scendere in campo.Il sogno potrebbe essere una squadra tutta reggina?

 

La stagione è finita da pochi giorni ma vedo che non hai perso il vizio tutto giornalistico di pensare subito al basket mercato, ma lo capisco benissimo.  Battute a parte, probabilmente è ancora troppo presto per pensare già alla prossima stagione. Sicuramente so,  per averli già incontrati sul campo o indirettamente,  che a Roma ci sono tanti appassionati reggini che tutt’ora continuano a giocare o ad allenare qui, in una regione e in una realtà diversa da quella che da avversari abbiamo vissuto nel contesto del basket calabrese, e chiaramente sarebbe un piacere condividere qui un’esperienza con loro. Non so se una squadra tutta reggina possa essere un sogno o meno, al momento mi sembra una bella suggestione, ma per parlarne concretamente sarebbero tantissimi i fattori da considerare, il contesto, dove, come e con che ruoli e obiettivi e anche se non soprattutto la compatibilità col lavoro di ognuno. Se il tuo intento era di buttare li sul tavolo un’idea, beh direi che l’hai fatto. Sulla fattibilità in concreto, in un futuro prossimo o lontano, si vedrà.

 

La Botteghelle vince il campionato di C. Un emozione vissuta da lontano. Quanto avresti voluto essere qui?

 

Sono davvero contentissimo che la Botteghelle abbia vinto il campionato, non lo scopri oggi che per me è e rimane la mia prima casa cestistica -anche se devo dire che proprio quest’anno ho superato come anni di militanza alla Luiss (7) quelli alla Botteghelle, e chi lo avrebbe mai potuto pensare, io non di certo – e penso sia stato un giusto riconoscimento sportivo sul campo per chi per più di un ventennio di attività ha creato e portato avanti un’idea di fare basket per divertirsi e per fare crescere i ragazzi,  per il puro gusto di giocare e stare insieme, senza mai voler fare voli pindarici per visibilità o chissà che. Vero è che quasi in tutte le squadre si parla di famiglia, di gruppo, ma penso che siano la propensione a fare sport in un certo modo e le caratteristiche umane delle singole persone a fare la differenza, e, in questo caso, non posso che essere di parte. Sul volerci essere davvero non posso esprimermi, non sono abituato a pensare ai se e come poteva essere, anche perché ormai è tanti anni che sono fuori Reggio e ormai sento totalmente mia anche questa “nuova” maglia biancoblù della Luiss, per anni di militanza e per il fatto di essere da 3 stagioni il capitano di un gruppo di amici fantastico, ma ovviamente dentro di me considero la Botteghelle esattamente come quando sono andato via, e sono felice per la soddisfazione che di sicuro hanno provato Paolo, Antonio, Pensa, Seby e tutte le altre persone che da sempre sono attorno alla squadra, e anche per chi negli ultimi anni ha imparato a capire cosa significa giocare nella Botteghelle.

Show Buttons
Hide Buttons