Il Gladiatore Spangaro torna a casa: “A Reggio Calabria il mio esordio in Serie A, emozione ritrovare la famiglia Viola”
C’è il calore di un ritorno a casa nella serata revival che ha riportato a Reggio Calabria Marco Spangaro, il “Gladiatore” diventato mito della storia della Cestistica Piero Viola.
“Dopo un lungo viaggio, dopo 4 anni meravigliosi qui… ogni tanto ci torno d’estate, ma questa era un’occasione che non potevo perdere”.
L’atmosfera è stata carica di nostalgia, tra abbracci e ricordi con i vecchi compagni di squadra. “C’eravamo visti al Sant’Ambrogio un bel po’ di anni fa. C’era Sasha, c’era Dean dagli Stati Uniti,il Capitano Santoro. oggi non potevo mancare.
Proprio di Recalcati, l’allenatore che lo lanciò in Serie A, Spangaro parla con profonda stima: “Ho avuto la fortuna di rivederlo anche negli ultimi anni al Nord. Per me è stato importantissimo perché ho esordito qui in Serie A a Reggio Calabria e lui era l’allenatore dell’epoca. Sempre un piacere vederlo, sempre in splendida forma. Penso che qualsiasi tributo sia meritato”.
Alla domanda su chi fosse il più difficile da marcare in allenamento, Spangaro si immerge nei ricordi: “Marcare Roberto Bullara era difficile, marcare Sconochini era difficile. Quando mi capitava sui cambi difensivi marcare Sasha era quasi inarrivabile. La difesa è stato uno dei miei cavalli di battaglia, ce la mettevo tutta. Spesso coach Recalcati mi mandava in missione, penso di aver dato il massimo”.
Oggi la vita di Spangaro è cambiata, ma lo sport rimane al centro. “Non gioco più a basket. Adesso mi dedico ad altre cose sportive… mi dedico alla montagna, le arrampicate sportive sono la mia passione. Ma soprattutto mi dedico a trasmettere ciò che è stato trasmesso a me ai ragazzini nella società in cui alleno”.
E se qualcuno gli proponesse di tornare alla Viola con il suo primo contratto? “Prendere questo tipo di decisioni quando si sa già come va a finire… assolutamente sì”, scherza. “In quel periodo, per me era la prima esperienza, credevo nella mia umiltà di non meritarmi la Serie A. Poi per fortuna ho accettato”.
Sul basket italiano di oggi, Spangaro ha le idee chiare: “I risultati a livello giovanile europeo sono ancora molto buoni. Ai miei tempi avevamo solamente due stranieri per squadra. È il solito discorso: troppi stranieri. La gente brava penso che ci sia anche in Italia, bisogna avere un po’ più di coraggio e pazienza nell’aspettare i giovani”.
E sul coach della serata, una domanda diretta: “Carlo Recalcati è il miglior allenatore di sempre del basket italiano?”. Spangaro sorride: “Sicuramente sta lassù in alto. Per la sua carriera da baschettaro totale, sia da giocatore che da allenatore, penso che si meriti tutti i tributi. Non solo per i risultati, ma anche a livello umano: non c’è una persona di cui ho sentito lamentarsi”.


