Story

IL GRANDE COACH CACCO

Anniversario dalla scomparsa del grande Coach Gianfranco Benvenuti

Nato a Borgotato il 12 Settembre 1932,Benvenuti è entrato negli annali di molte società cestistiche italiane. Ha vissuto degli anni bellissimi ed intensi proprio a Reggio Calabria conducendo la grande Viola alla prima promozione in serie A2 e subito dopo in A1 per la gioia del Giudice Viola.

Coach Benvenuti segna un bivio nella storia cestistica di Reggio e della Calabria in generale. Le sue idee hanno portato una ventata di novità e genialità all’intero panorama cestistico calabrese e non solo.

La sua ultima apparizione pubblica è avvenuta attraverso uno splendido messaggio multimediale lanciato nel mese di Settembre all’interno della presentazione della Viola 2011-12.Ecco le sue parole:”Saluto tutti gli appassionati di Pallacanestro di Reggio Calabria-recitava il video trasmesso su Reggioacanestro-saluto tutti gli appassionati del basket sin dai tempi dello Scatolone dove facemmo la Serie B, quel campionato lo vincemmo e salimmo in Serie A.

Una volta in Serie A, venne fuori il problema del Palazzetto-sottolineava il coach livornese-La serie A a quel tempo doveva avere un limite minimo di capienza di tremila e cinquecento persone. Per miracolo riuscimmò-riuscì direi il Giudice Viola- a costruire con molta velocità il Botteghelle. Il Palazzetto che venne fuori era un posto molto caloroso con la gente molto vicina al campo da gioco. Era bellissimo, c’era un tifo molto bello ed appassionato. Io sono sicuro che in qualche partita la differenza ce l’hanno fatta fare loro, i nostri tifosi. Ci volevano veramente molto bene.

Arrivammo terzi,anche con una certa facilità. L’anno dopo con la voglia di andare in A1,complici le quattro promozioni, arrivammo addirittura primi con tanta facilità. Furono i quattro anni più belli per me e per la mia famiglia”.

Ad oggi, nonostante una petizione e varie segnalazioni private e pubbliche, la città di Reggio Calabria non ha ancora onorato la memoria di un personaggio fondamentale per la crescita sportiva e sociale.

Nessun impianto, nessuna Via, nessuna piazza:nulla.

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Il ricordo di Coach Gaetano Gebbia,suo assistente

17/02/2012

Ho sempre pensato che il suo fugace vedermi allenare i fondamentali gli avesse fatto intravedere in me la potenzialità di un buon allenatore.
Fu quindi quasi naturale che quando la stagione successiva lui arrivò a Reggio ed io rimasi ancora nella capitale preparasse il mio arrivo; anche invitandomi, in occasione della trasferta della Viola a Roma ad incontrare i dirigenti reggini all’Hotel Fleming e ad assistere alla partita giocata in un campo reso impraticabile dalla condensa presso la palestra di Piazza Mancini contro la Lazio.
E fu altrettanto naturale raggiungerlo l’anno seguente per fargli da assistente e curare il settore giovanile che grazie a lui già l’anno prima aveva avviato l’attività.
Basterebbe questo per testimoniare quando devo a Gianfranco Benvenuti, per me un secondo padre:praticamente tutto.

Eppure i primi mesi furono molto pesanti e molto difficile il rapporto; solo dopo anni capii che quel suo modo burbero di relazionarsi anche con me, quel farmi pesare ogni errore, quel non andargli mai bene niente era determinato dalla sua voglia di farmi crescere.
Tutto cambiò all’improvviso: costretto ad un intervento d’urgenza dovette rinunciare alla trasferta di Treviso che mi ritrovai a dover gestire da solo; ho più volte detto che quella partita l’avrebbe vinta anche se ad allenare ci fosse stato il custode della palestra, sta di fatto che da quel giorno aumentò la sua fiducia nei miei confronti in maniera esponenziale.
Cominciavo ad avere sempre più spazio nella gestione della squadra ma soprattutto ero molto più influente a livello decisionale.
Le mie idee, i miei suggerimenti, i miei progetti trovarono sempre, dico sempre, in lui un convinto sostenitore, quasi più per fede che per analisi condivisa.
Per la Viola è stato l’allenatore della svolta, non solo per essere riuscito nel doppio salto, dalla serie B alla A2 e poi all’A1, ma anche per il contributo nell’aiutare la società a passare dalla gestione familiare a quella più manageriale e professionale.
Il Giudice Viola, Benvenuti e Messineo i tre personaggi che avviarono quel processo costituendo le basi per un’avventura sportiva che ha fatto storia a Reggio e non solo.
Dei meriti sportivi di Gianfranco Benvenuti parlano ovviamente i risultati conseguiti in tutte le piazze in cui ha lavorato, della sua passione smisurata verso la pallacanestro testimoniano le sue continue presenze in palestra fino a qualche mese fa; piace invece ricordare la sua profonda umanità, quella sua capacità di sapersi relazionare in maniera schietta e senza tanti giri di parole, quella sua umiltà che rafforzava i suoi discorsi , quella ironia con la quale sapeva dire anche le peggiori cose senza offendere mai; quel suo essere un livornese di mondo, capace di comunicare con grandi e piccini, personaggi e semplici tifosi facendo sentire a tutti che lui era comunque uno di loro.
I famosi capannelli con i tifosi all’angolo di Fattorusso, la geniale gestione di Mark Campanaro, i rapporti con la stampa solo alcuni esempi di un maestro di vita, prima ancora di un grande allenatore
Essere se stessi fino in fondo, questa la lezione che più di tutte ci lascia. Ci mancherà.

 

Ricordi del Coach Gaetano Gebbia

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