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IL PRIMO ALLENAMENTO DI MANU GINOBILI? IRREALE

Estratto dal nostro speciale, Sandro Santoro racconta Gaetano Gebbia con un aneddoto riguardante l’arrivo in riva allo stretto di un talento che ha cambiato per sempre la storia del basket, passando da Reggio e dalla Viola.

“Quel fulmine chiamato Ginóbili”: il ricordo di Sandro Santoro sul giorno che cambiò la Viola

Reggio Calabria – “Quel primo allenamento di Ginóbili fu un fulmine a ciel sereno. Capimmo subito che aveva il potenziale per una carriera luminosa, ma nessuno, forse nemmeno lui, poteva immaginare quanto sarebbe diventata grande”. A parlare è Sandro Santoro, storico capitano e bandiera della Viola Reggio Calabria, ripercorrendo con affetto e nostalgia i giorni in cui un giovane argentino di nome Emanuel Ginóbili mosse i primi passi in Italia, sotto la guida di un maestro: Gaetano Gebbia.

1998, IL PRIMO ALLENAMENTO DI GINOBILI ALLA VIOLA

Il racconto di Santoro, intervallato da profonde riflessioni, nasce da un dibattito sentito: come onorare degnamente la memoria di Gebbia, scomparso due anni fa, figura fondamentale non solo per il basket calabrese ma per tutto lo sport italiano.
Ed è in questo contesto che il ricordo di Ginóbili, il più grande talento forgiato da quella scuola, diventa il simbolo di cosa possa nascere dall’incontro tra un maestro e un allievo fenomenale. Quel “fulmine” del primo allenamento fu l’inizio di un percorso straordinario. “Stiamo parlando di un giocatore che credo abbia veramente incarnato i concetti di insegnamento di Gaetano Gebbia. Manu ha assorbito fino all’ultima goccia tutto quello che era indispensabile per poter arrivare perlomeno fin lì. Poi il resto l’ha fatto lui”, racconta Santoro.
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Ma la vera eredità di Gebbia, conclude Santoro, non è in un trofeo, ma nelle persone che ha formato.

 

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