“Il Sapore del Destino: Belinelli e quel Torneo che Annunciava una Leggenda”
La polvere del parquet si era appena posata dopo l’ultimo Crossover, l’ultimo tiro da tre punti che sembrava sospeso in aria per un’eternità. Marco Belinelli, con la maglia della Virtus, aveva appena scritto una di quelle pagine che solo il basket sa regalare: quelle che profumano di futuro.Anche se, si racconta, non era lui il più forte.
Era il Torneo Nazionale Città di Anzio, riservato ai giovani talenti del ’86 e ’87, e l’aria era elettrica. Da una parte, la Medusa Reggio Calabria, una squadra coriacea, sostenuta dal sogno Versace e dall’estro di un altro nome che avrebbe fatto storia: Manu Ginobili(nome che diventerà più che importante durante la sua carriera). Dall’altra, Belinelli, già allora con quel sorriso sornione e quell’eleganza innata nel gesto tecnico.
Danilo Di Meo, l’idolo di casa, chiuse con 117 punti e si portò a casa l’MVP, ma tutti sapevano che qualcosa di speciale era accaduto. Belinelli aveva danzato tra i difensori, aveva fatto tremare le reti con tiri che sembravano usciti da un videogioco. E anche se la Kinder Bologna non alzò il trofeo, in quell’arena affollata di scout e sognatori, qualcuno sussurrò: “Questo ragazzo giocherà in NBA.”
E così fu.
Tredici stagioni oltreoceano, un anello con i San Antonio Spurs, la maglia di nove franchigie, e quel Three-Point Contest vinto all’All-Star Game nel 2014. Poi, il ritorno a casa, alla Virtus Bologna, dove ha chiuso il cerchio con un altro scudetto, da capitano.
Oggi, mentre Belinelli annuncia il suo addio al basket, quel torneo di Anzio sembra un frammento di destino. Quella stessa grinta, quella stessa classe, lo hanno accompagnato per vent’anni su ogni campo del mondo, trasudando amore del gioco e passione infinita.
E mentre i tifosi reggini ricordano con orgoglio quella squadra—con Rizzieri, Errigo, Genovese,Ieria, Delfino, Maiolo, Marino, Schiavone,Minniti,Morabito,—e il coach Massimiliano Modaffari, c’è una verità che sopravvive al tempo: il basket italiano non dimenticherà mai Marco Belinelli.
Perché le leggende, a volte, iniziano in un palazzetto di provincia, con un ragazzo, un pallone, e la certezza di essere nati per fare la differenza.
Grazie, Beli. 🏀✨



