In alto i cuori e fuori la voce, ecco la finale Upea-Viola
grazie ad un collettivo che ha saputo gettare il cuore oltre l’ostacolo superando tanti e pesanti infortuni.E’ il giorno X, è il giorno della finalissima, è il giorno di gara uno.
All’inizio della programmazione il Presidente Giancesare Muscolino aveva detto: “Noi comporremo un roster competitivo, sarà il campo a parlare”.E alle domanda di qualche scettico giornalista che proponeva un roster “ammazza-campionato”, probabilmente convertitosi durante la stagione il numero uno nero arancio replicava:”Noi puntiamo a comporre un roster sano, un collettivo che deve avere voglia di vincere” .
Oggi si giocherà la prova più dura e servirà il calore di tutti i tifosi che attraverseranno lo stretto per battere la forte Orlandina Basket. I siciliani, sulla carta sono davvero più forti della Viola ma il basket sa come regalare emozioni e Degregori e compagni vogliono assolutamente riscattarsi dopo l’incredibile sconfitta subita in campionato dove il tabellone elettronico, durante la gara, lasciava poco spazio all’immaginazione. In quel caso fu una sorta di Waterloo per il Generale Fantozzi ed i suoi ma, i nero-arancio seppero come ritrovarsi strada facendo compiendo un cammino “immacolato” e vincente in casa e fuori durante la post-season proprio come il quintetto siciliano.
Le formazioni
Partiamo dagli assenti. L’Upea non è messa benissimo. Probabilmente mancherà il bravissimo argentino Martin Caruso, giocatore che sta recuperando da un infortunio e potrebbe ritornare durante la serie. Out anche l’Under Tomas Di Dio ex Acireale.Nella Viola i “soliti” forfait sono per Cavalieri e Ruggeri.Qualche problema per Mobilia che si è allenato pochissimo in settimana ma sarà comunque della gara.
Coach Condello troverà nuovamente un ex con tanta voglia di riscatto nei confronti della Viola:Alessandro Agosta ex Siracusa giocò un annetto nel settore giovanile nero-arancio ma ha ribadito anche ai nostri microfoni di non portare assolutamente un bel ricordo di quell’esperienza frutto di una Viola nel bel mezzo di una grande crisi.
Il pubblico
I locali sono chiamati a raccolta per diventare come il Real Madrid di Di Stefano.Tutti bianchi i siciliani secondo i dettami della società e dalla “Banda Nuautri”.Reggio risponde a suon di sinergie del tifo e sarà presente compatta ma soprattutto molto arancione come l’Olanda di Marco Van Basten.
Ci aspettiamo una bella gara, viva ed equilibrata.
I precedenti in stagione
Al Torneo Sant’Ambrogio in estate vinse l’Orlandina con una tripla da sogno di Marco Caprari allo scadere. In Coppa Italia Lnp, la Viola espugnò il PalaFantozzi conquistando l’accesso al turno successivo.
Sul neutro di Polistena, ancora i reggini trascinati da un grande Stefano Zampogna riuscirono nell’impresa di domare l’Upea, dominante per due quarti di gara. Nell’ultima sfida tra le due squadre al PalaFantozzi non ci fu storia: Upea dominante e mai doma grazie a cifre( per qualche addetto ai lavori) irripetibili dalla lunga con Costantino,Moccia,Albertinazzi,Saponi..praticamente tutti essenzialmente perfetti.
I precedenti in Serie A
Le due formazioni hanno scritto pagine pagine importantissime del basket meridionale, chiaramente, inepoche diverse portando in alto in nome del Sud nella Serie A del Basket.
Le uniche due sfide in A tra le due formazioni, però riguardano una stagione marchiata 2005/06 seguita ampiamente da Reggio a Canestro che vide i paladini vincere per ben due volte: prima al PalaCalafiore sul filo di lana con il risultato di 71 a 73 poi al PalaFantozzi con i reggini “A mare con tutti gli abbigliamenti” come direbbe in dialetto lo storico gruppo di tifosi del Total Kaos: una Viola ormai retrocessa, infatti, dovette cedere il passo alla forza di Carter e soci.
La sfida di questa sera, palla a due alle ore 19, sarà arbitrata dai signori Gregorio Cannoletta di San Nicola la Strada provincia di Caserta e Mauro Belfiore di Napoli.
Il clima sarà arroventato, il pubblico sarà caldissimo, toccherà ai beniamini siciliani e calabresi offrire uno spettacolo degno del blasone delle due compagini.
Giovanni Mafrici
Foto di Fortunato Serranò