LA MAGLIA DI NAKAMURA CHE ACCENDE LA SPERANZA. QUELLA DI MANU A TOKIO? NON C’ERA.
Si incontrano tra i paletti di un campo di pallacanestro ed uno di Tennis, lui ala promettente, lei mente brillante in partenza per il mondo.
Pietro, schiena al canestro e sguardo lungo, aveva il dribbling serrato di chi è cresciuto a pane e Viola Reggio Calabria. Ha giocato in A1 e A2, un giovane di prospettiva che poi ha fatto valere il suo talento in mezza Italia, dai palasport della Sicilia alle palestre del Veneto.
Anna, reggina doc con il passaporto sempre in tasca, ha costruito la sua carriera accademica portando in giro per il mondo l’orgoglio della sua città.
Il loro viaggio di nozze li porta in Giappone, tra templi millenari e grattacieli futuristici. In un negozio di articoli sportivi di Tokyo, mentre Anna cerca una nuova racchetta Hi-Tech, accade la magia.
Lui la chiama con voce rotta dall’emozione: “Anna…”.
Tra pile di divise di baseball e kimoni sportivi, tra la maschera dell’Uomo Tigre e la gigantografia di Mr. Baba, appesa come una reliquia, c’è la maglia storica della Reggina di Shunsuke Nakamura.
In quel negozio dall’altra parte del mondo, l’ala dal cuore neroarancio e la professoressa internazionale si ritrovano con le lacrime agli occhi. In un momento così nero per i colori amaranto, quel ritrovamento inaspettato sembra un segno del destino.
“Potrebbe portare un barlume di speranza, in questo momento così nero” sussurra Pietro stringendo la maglia come un talismano.
Mentre Pietro, ricorda di aver cercato invano la maglia di Ginobili dei tempi di Gaetano Gebbia forse questa di Nakamura – ritrovata per caso nel loro viaggio più importante della loro vita – è il simbolo perfetto del loro amore: radicato a Reggio Calabria, ma con le ali così lunghe da arrivare fino in Giappone.
E chissà che proprio da Oriente, come un cerchio che si chiude, non possa rinascere la speranza per i colori della loro città.



