L’AVVOCATO MICHELE PRICOCO A TUTTO CAMPO
Speciale Ionicup – di Giovanni Mafrici –L’avvocato Michele Pricoco, componente dello staff tecnico della Botteghelle Basket di Eugenio Dattola, è stato intercettato alla Ionicup, evento che ha acceso i riflettori sul movimento cestistico calabrese, giovanile e non. A margine della manifestazione, abbiamo raccolto le sue riflessioni sul futuro movimento,sulle sfide del minibasket in una regione in cerca di rilancio.
Interpellato sulle sue prospettive per la prossima stagione, Pricoco ha mantenuto un velo di mistero: «Dove sarò l’anno prossimo? Ancora non lo so», ha esordito, pur ammettendo «ottime conversazioni con il presidente Musolino» e qualche «telefonata stimolante» che lo ha spinto a valutare «un ambiente diverso rispetto a Reggio Calabria». Un legame, però, quello con il coach Eugenio Dattola, che resta «troppo forte per prendere decisioni avventate». «Il progetto da costruire sarà diverso rispetto all’anno appena passato», ha aggiunto, lasciando intendere che la Botteghelle potrebbe affrontare una riorganizzazione. Intanto, il ricordo del giovane Gianfranco Romanò, cresciuto nonostante un infortunio iniziale, dimostra quanto «i ragazzi abbiano bisogno di giocare per esprimersi al meglio».
Grande soddisfazione per Pricoco è stata vedere Palmi raggiungere la finale nell’Under 16 sotto la guida di Tullio De Santis, segno di un ritorno alla ribalta per una piazza che ha scritto pagine importanti del basket calabrese. «Mi sento quotidianamente con i responsabili di Palmi e sono felicissimo», ha confessato, lodando il lavoro di Tullio, vero «factotum» del progetto. Ma ora, secondo l’avvocato, la società è a un «bivio»: «O si spinge verso una categoria più competitiva, magari provando con il senior, o si rischia di rimanere fermi». Un concetto ribadito con forza: «Serve un pizzico di coraggio, anche nei piccoli centri. Se non investi in scelte coraggiose, non potrai mai dire di aver sbagliato».
Altro tema caldo è quello del tryout e del vincolo sportivo, con Pricoco che non ha nascosto le critiche: «Ormai è una caccia al ragazzo. L’anno scorso era “liberi tutti”, ora i numeri non sono più dalla nostra parte». In una realtà come Reggio Calabria, dove i giovani talenti sono pochi e spesso «cambiano squadra per un minuto in più di gioco», la normativa rischia di frammentare ulteriormente il movimento. «Da noi, Pes l’anno scorso era partito come capocannoniere, ma poi gli impegni con gli altri campionati lo hanno frenato», ha ricordato, sottolineando come «serva un contesto che permetta ai ragazzi di crescere senza dispersione».
Al termine della chiacchierata, un augurio per il suo domani: «Speriamo di rivederci per il nuovo anno cestistico». Con la passione di sempre, Pricoco resta una voce autorevole nel basket calabrese, pronto a nuove sfide ma sempre legato alla sua terra.