Lo sport come strumento di inclusione: il CSI Reggio Calabria in prima linea,parla Paolo Cicciù
di Giovanni Mafrici – Speciale Baskin ma non solo – Gioia Tauro– C’è uno sport che va oltre il risultato, che trasforma un campo da gioco in un laboratorio di inclusione. Lo abbiamo visto negli occhi dei bambini a Gioia Tauro e nei sorrisi dei ragazzi di Arghillà, in due giornate che il CSI Reggio Calabria ha trasformato in veri e propri manifesti sociali.
Il Palamangione di Gioia Tauro ha ospitato una di quelle partite che lasciano il segno. Non per il punteggio, ma per quello che ha rappresentato: famiglie intere sugli spalti, ragazzi con e senza disabilità che condividono lo stesso campo, realtà diverse come quelle di Messina e Gioia Tauro che si incontrano.
“Qui non servono discorsi sull’inclusione – ci spiega Paolo Cicciù, presidente del CSI Reggio Calabria – qui basta guardarsi intorno. Il Baskin è nato dal coraggio di famiglie che hanno trasformato la loro esperienza di vita in un’opportunità per tutti”. Un modello che sta contagiando la regione, con nuove realtà pronte a nascere.
Boban, il campione che gioca con i ragazzi
Pochi giorni prima, un’altra immagine potente: Zvonimir Boban, mito del calcio internazionale, scende in campo ad Arghillà per una partita di futsal Under 12. Non una comparsata, ma una vera lezione di sport vissuto.
“Quel murales che abbiamo realizzato non è solo colore su un muro – racconta Cicciù – è il simbolo di una comunità che attraverso lo sport ridisegna il proprio territorio. Boban ci ha ricordato che bisogna sporcarsi le scarpe, non basta guardare le partite in TV”.
L’appello: “Basta divisioni, facciamo squadra”
Ma il presidente del CSI lancia anche un j’accuse: “In Calabria siamo bravissimi a fare le guerre tra associazioni, a contare i tesserati invece che costruire progetti. Eppure quando collaboriamo – come in queste due giornate – i risultati si vedono”.
La ricetta? “Il CSI vuole essere il regista di questa rivoluzione silenziosa. Ma servono alleanze vere con istituzioni, scuole e altre realtà sportive. Perché quando lo sport diventa linguaggio comune, vinciamo tutti”.
Prossima fermata? Portare queste esperienze in ogni angolo della Calabria, perché – come ci ricorda Cicciù – “un canestro realizzato insieme vale più di un trofeo solitario”.