Mark..non finisce qui
Erano poco più che bambini, domenica scorsa a distanza di venticinque anni hanno potuto ascoltare in diretta le parole di uno dei più grandi.
Non vi è bastata l’intervista video a Mark Campanaro? Ecco a voi, gli “inediti” sviluppati grazie ad un bel discorso cestistico.
Erano presenti il Coach della Target Enzo Putortì(il nostro aggancio in questa avventura),Coach Gebbia,Mario Vetere e Giovanni Mafrici di Reggioacanestro, accanto ad un Giusva Branca attivissimo e fomentato dalle domande da inserire in un ipotetico “Update” del Libro “Che anni quegli anni”. Ci siamo portati a casa il tesserino di Sceriffo del grande Mark… ma i ricordi non finisco qui.
Sintetizziamo parte di quei ricordi raccontati dall’indimenticabile Mark Campanaro.
ripartiamo da Massimo Bianchi:
Campanaro ha parlato davvero molto del suoi play.”Come giocava Massimo Bianchi? Con la testa e la grinta. Un uomo così basso che giocava alla grande. Lui aveva più grinta di qualsiasi del campionato. Ha giocato con un ginocchio spaccato, ha avuto grandi problemi all’inguine: lui giocò una partita senza neanche riuscire a camminare bene…e vincemmo..
Ricordi da Perugia:
“C’era Baraco,Cordei,Manzotti… allo Scatolone… abbiamo fatto un c*** così… a loro.”.
Reggio:
Non ho mai pensato di lasciare Reggio. Questa è la California per me. Ho giocato in giro per l’Italia anche al Nord. C’era tanto freddo. Qui c’è il sole… il mare…
La Condotta:
Si racconta che il Medico sociale Gianni Calafiore era costretto a venirti a suonare ogni martedì mattina per allenarti…
Io sono qui per giocare per vincere la partita. Non mi interessava fare lavoro atletico, andavo già bene così.
Io ho giocato fino a quarant’anni ma potevo giocare fino a cinquant’anni.
Se uno deve gestire la vita per giocare da giovane ce la può fare e ce la può fare alla grande, adesso che ho quasi 60 anni probabilmente no.
Il Giudice
Il Giudice è una persona fantastica, l’ho ritrovato oggi pomeriggio dopo tanti anni sembrava fosse passata una settimana.
Problemi Viola
Hai seguito le vicissitudini della Viola?
Secondo me il male vero è l’invidia. Non solo qui in tutta Italia. Se arrivi ad un certo livello invece di dire congratulazioni, si cresce, che bello, ci sono quelli li che remano contro.
Questo è sintomatico delle persone che hanno mancanza di rispetto.
E Oggi?
Nella tua vita c’è ancora un pò di pallacanestro?
Ho fatto l’allenatore per un pò in America però ho avuto un po di problemi extra. Per me il basket è tutto: è un momento dove io potevo fare i voli, i gesti tecnici, i tiri, gesti belli come se fosse poesia per dimenticare i problemi. La pallacanestro mi ha dato questa grande mano.
La pallacanestro di oggi non è così: ormai è solo affari, businnes, si cambiano giocatori, se non vinci si cambia tutto.
I giocatori bravi se non vincono vanno a casa.
In pochi lo hanno capito. A San Antonio, per esempio, c’è un nucleo compatto perchè hanno intuito in società che la società stessa si deve occupare della parte commerciale, i tecnici di tutto il basket giocato.
Il resto cambiano sempre tutto e fanno tanta confusione: è diventato tutto un pò sporco.
La Viola e la Città:
La Viola diede un significato senza dubbio alla città. Voi ragazzini giocavate con noi a fine allenamento. Adesso, quantomeno in Nba non si potrebbe: i giocatori vengono affiancati da giganti Bodyguard.
A me faceva grande piacere confrontarmi con i bambini.
Io sono il segretario di un unione di ex giocatori a Los Angeles e facciamo sempre il clinic per i bimbi (c’è anche Magic Johnson) ma vederci all’opera è davvero divertente.
La prima in A1:
Ricordo vagamente la prima partita in A1 con la Granarolo Bologna, c’era il mio amico Renato Villalta.
Avevamo Steve Malovic che in coppia con Kim Hughes prendeva tutti i rimbalzi. Poi, purtroppo prendemmo Reggie King che mangiava cinquanta polli a sera.
Mc Dowell era un gran giocatore, peccato si sia fatto male.
In quella partita abbiamo vinto facilissimo contro gente come Brunamonti.
Joe Bryant?
Lo vedo ogni tanto. Io ho una foto a casa: eravamo io, Massimo, Mario Simeoli e Kim che guardavamo lui tirare con un pò di disappunto.
E la rissa contro Napoli?
Indimenticabile… presi in pieno la faccia di Bonamico perchè stava per colpire il mio amico Massimo… che ricordi…