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MELO ED I PROBLEMI CON LA GRANDE MELA

di Gaetano Laganà – Nel marzo 2003 al Louisiana Superdome di New Orleans si sfidano per la finale NCAA i Kansas Jayhawks di Roy Williams ed i Syracuse Orange di Jim Boeheim. Il college newyorkese trionfa 81-78 per la prima volta nella sua lunga storia grazie ad una Final Four pazzesca di un newyorkese di Brooklyn: Carmelo Kyam Anthony.
Con un solo anno di esperienza Melo guida gli Orange alla vittoria in una Final Four difficilissima che vedeva tra gli altri la presenza di Kirk Hinrich, Keith Langford (Kansas) e Dwyane Wade (Marquette). Per lui si spalancano le porte della NBA, nel giugno 2003, dove viene scelto alla numero 3 dai Denver Nuggets, in quello che resterà uno dei draft più talentuosi della storia, ma anche quello con la scelta più incomprensibile di sempre (alla 1 viene scelto il Re, ma prima di Melo viene scelto da Detroit Darko Milicic, attualmente pugile!).
In Colorado Melo, dimostra di essere uno dei talenti offensivi più incredibili mai visti su un parquet: bagaglio di movimenti infiniti, fondamentali tecnici da fenomeno ed un tiro sostanzialmente perfetto. La squadra però non lo segue ed in 5 anni non riesce mai a superare il primo turno di playoff. Il 2009 sembra l’anno buono, ma le speranze si spengono allo Staples Center contro i Lakers di Kobe e Pau che in finale di conference eliminano 4-2 i Nuggets. Nel 2010 allora ecco il passaggio nella città natale in una delle franchigie più rappresentative della Lega, ma forse una delle meno vincenti. Unico obiettivo: titolo ed il più in fretta possibile.
La situazione però peggiora drasticamente, con i Knicks che non decollano e non raggiungono mai i playoff, ed anche quando nel 2013 Melo diventa il capocannoniere e New York seconda forza dell’est, l’avventura termina troppo presto, in semifinale di conference contro Indiana. Da quel momento in poi qualcosa si rompe e Melo, che da New York non si muoverebbe mai, inizia a mostrare i primi mal di pancia tipici della superstar che non ha mai vinto niente (a parte i 3 ori e d1 bronzo con team USA alle olimpiadi).
La situazione sembra crollare però con l’arrivo del Maestro Phil Jackson come GM nel marzo 2014, il quale ha promesso grandi cose ma al momento dei fatti i Knicks hanno sempre deluso. Il mercato estivo ha portato grandi nomi (Rose e Noah), ma la squadra di fatto non ha né l’esperienza, né le capacità per arrivare fino in fondo…e questo Melo lo sa. Da qualche mese i malumori erano palesi a tutti: Melo dichiarò polemico che non può giocare per sempre e che vuole vincere subito, ma con gente “rotta” o troppo giovane (il lungo Porzingis) non si può andare lontano.
La frattura sembra troppo grande tra Melo ed il Maestro Zen tanto da arrivare a ridosso della trade deadline con la seria possibilità di un clamoroso cambio di maglia. Il problema principale è il costo. Melo è il quinto giocatore con lo stipendio più alto (circa 25 milioni $) e per le altre franchigie averlo senza privarsi i una stella del roster è praticamente impossibile. Altro ostacolo è il “veto” che Melo può esprimere sullo scambio: l’ala dei Knicks ha infatti una player option sul proprio contratto che gli permette sostanzialmente di decidere se essere ceduto o meno. Le squadre più interessate sono Clippers e Cavs (grande amicizia con Lebron), ma nessuna delle due squadre ha intenzione di privarsi di Griffin o Love.
Da semplici osservatori dispiace vedere un talento del calibro di Anthony, futuro Hall of Fame, in questa situazione paradossale, sia per lui che ha sempre giurato amore eterno ai Knicks, sia per i Knicks stessi che di fatto non riescono mai a creare una squadra competitiva. Anche considerando i suoi compagni di draft, la situazione si complica, in quanto lui era indicato come uno dei primi a poter vincere un titolo, invece il destino ha voluto che anche Bosh riuscisse a vincerne due, punendo Melo di chissà quali colpe (forse la sigaretta che tiene sempre in tasca per i post partite e allenamenti?!).

Probabilmente non sarà mai un leader o un vincente nel DNA, ma per gli amanti del gioco vedere un anello alla sua mano strapperebbe sicuramente un sorriso a tutti.

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