Michele Chiappalone: Dal campetto del Soccorso a Westminster.
A prima vista, la figura di Michele Chiappalone si disegna sui parquet.
Un nome che, per chi ha vissuto i campionati di Calabria, evoca un’era di dominio discreto ma inequivocabile.
Non era solo una questione di punti segnati; era la tecnica, la sportività esemplare e a tessere ricordi profondi e appassionati.
Il suo cuore, però, batte per i colori del Nuovo Basket Soccorso, una squadra che non ha mai smesso di nutrirsi delle sue strategie e del suo costante, anche se a distanza, apporto illuminante.
Già, perché Michele, da anni, vive e lavora nella vibrante, ininterrotta frenesia di Londra.
Abbiamo incrociato Michele spesso, a volte anche sui margini degli eventi più globali come le tappe degli NBA Global Games. Il suo incedere, tuttavia, è tutto fuorché statico; la sua traiettoria non è mai stata confinata in una singola corsia. E proprio a Londra, il suo percorso ha virato verso una luce diversa, quella dorata e mistica dell’iconografia sacra.
Si è da poco conclusa una mostra straordinaria: l’Abbazia di Westminster, custode della storia e luogo delle incoronazioni reali britanniche, ha ospitato un’esposizione di icone curata dalla British Association of Iconographers. Un evento di grande prestigio, che ha presentato 150 opere, frutto del lavoro di oltre 30 artisti.
Tra questi maestri, a tenere alta la bandiera dell’arte spirituale, c’era proprio Michele Chiappalone, da Reggio Calabria. La sua scintilla iconografica si è accesa proprio nella capitale inglese, per poi approfondirsi in Italia, sotto la guida sapiente del maestro Giancarlo Pellegrini, anch’egli di origini calabresi, in un ideale e fecondo passaggio di testimone.
Michele ha esposto tre opere cariche di significato profondo: l’icona dell’Annunciazione, quella della Trasfigurazione e la Resurrezione.
In questo Anno Giubilare, la mostra non è stata solo un evento artistico, ma un invito a riscoprire la bellezza intrinseca delle immagini sacre come messaggio di speranza. L’esposizione ha colto nel segno, registrando un successo clamoroso con oltre 3.000 visitatori all’interno dell’Abbazia, dimostrando come la doppia vita di Michele, tra il dinamismo dello sport e la quiete contemplativa dell’arte sacra, non sia una contraddizione, ma la testimonianza di un talento poliedrico, in grado di illuminare il campo e l’anima.



