“Micio Blasi: il ragionatore del parquet”
Oggi, Andrea Blasi, per tutti semplicemente “Micio”, avrebbe compiuto 60 anni.
Era il 2002, e proprio in quell’anno il basket italiano perse uno dei suoi uomini più intelligenti, un giocatore che ha lasciato un segno ben più profondo delle semplici statistiche.
Il giocatore che sapeva pensare
Non era un marcatore da 20 punti a partita, ma in campo era un maestro di lettura del gioco. Con 3.8 punti di media e un 36.5% da tre in 17 stagioni tra A1 e A2, le cifre non gli rendono giustizia. Perché Micio era altro: un difensore tenace sui play avversari, un uomo che sapeva adattarsi a qualsiasi ruolo, da sesto uomo di lusso in squadre di vertice a leader in quelle di metà classifica.
Giocò con Ginobili, Montecchia, Oliver e Mazzarino, dimostrando che il basket non è solo talento puro, ma anche intelligenza, sacrificio e ordine.
Le stagioni a Reggio Calabria
A Reggio Calabria visse due anni indimenticabili:
1999-2000: parte della squadra esplosiva con Oliver, Ginobili, Montecchia, Binotto e Thompson, guidata da Gaetano Gebbia. Un team che fece sognare.
2001-2002: l’anno della rinascita post-Barbaro, accanto a Eubanks, Mazzarino, Tomidy, Lestini e Williams, sempre con la stessa professionalità.
Cresciuto alla Simac Milano di Mike D’Antoni, imparò presto cosa significasse lavorare duramente. Non fu mai una stella, ma in ogni squadra portò equilibrio, esperienza e quel pizzico di furbizia che s
olo i veri intenditori riconoscono.
Un ricordo che non svanisce
Andrea Blasi se n’è andato troppo presto, ma chi l’ha visto giocare sa che il suo vero valore non stava nei numeri, ma nel modo in cui rendeva migliori quelli accanto a lui.
Oggi, a 60 anni dalla sua nascita, lo ricordiamo così:
Un uomo d’ordine. Un ragionatore. Un vero giocatore di basket.


