Mimmo Praticò: “Il Trofeo Sant’Ambrogio è storia, non si può cancellare. Le istituzioni lo sostengano”
L’ex Presidente del CONI Calabria celebra il ritorno della kermesse: “La forza della signora Enza era unica. Coinvolgere Regione e FIP per portarlo ai livelli di un tempo”
“Un momento storico, che rievoca i fasti bellissimi di questo torneo”. Mimmo Praticò, volto unico e prezioso dello sport calabrese ed ex Presidente del CONI Regionale, non ha esitazioni nel definire così il ritorno del Trofeo Sant’Ambrogio, di cui ricorda perfettamente il valore e la fatica che c’era dietro ogni edizione.
Intervistato in occasione della 49esima edizione, Praticò risponde alla domanda “da dove si riparte?” con un concetto chiaro: “Si riparte dalla storia di questo torneo che in tanti forse non conoscono, o conoscono poco. È la storia di una famiglia importante che ha dedicato decenni, non tanti anni, decenni allo sport, al basket”. Una storia, sottolinea, troppo importante per essere dimenticata: “È stato riesumato con diritto perché quando c’è una storia così importante non si può cancellare. Diventa un fatto obbligato ogni anno fare questo torneo”.
Praticò rievoca con precisione i protagonisti di quella storia, a partire dalla figura indimenticabile della signora Enza, madre della famiglia Sant’Ambrogio e motore instancabile dell’evento. “La signora Enza mi ha lasciato un ricordo per la sua forza d’animo. Non mollava mai – racconta commosso – andava a chiedere con grande umiltà, insieme a suo marito, fino a quando non la accontentavano nel suo desiderio di realizzare qualcosa che ricordava, purtroppo, un momento triste della sua vita”.
“Abbiamo avuto squadre internazionali, Ovviamente le migliori d’Italia da sempre: Milano, Caserta, Roma e ovviamente la nostra Viola”.
Ora, la speranza è che questo nuovo inizio sia sostenuto da tutti. “Sono felice di apprendere che si è ripreso da due anni – afferma Praticò – e mi auguro che le istituzioni tutte, compresa la Regione, riconoscano il valore di questo progetto e che contribuiscano, per quello che è possibile, a dare continuità, anzi a migliorarlo portandolo a livello internazionale, se possibile”.
Da uomo di sport con esperienza decennale, indica anche la strada per istituzionalizzare definitivamente il Trofeo e garantirne il futuro: “Intanto coinvolgere le istituzioni regionali, in primis, e dopo la Federazione. Il presidente Petrucci è una persona molto attenta a queste cose, vedo che negli anni passati sia stato presente in qualche edizione. Coinvolgere la Federazione, secondo me, è la via. Il Comune, la Regione e la FIP insieme potrebbero permettere di farlo ritornare ai fasti di una volta”.


