MUCCI, DAL VENEZUELA ALLA POLLINO, PASSANDO PER MARCO CALVANI
Tutte partite difficili, ma siamo una squadra giovane con ottimo potenziale.” Parola di Gianfranco Mucci, il tecnico della Pollino Basket, in un’intervista a tutto tondo.
In collegamento dopo l’ultima vittoria esterna a Casapulla, l’allenatore venezuenano ha tracciato un bilancio dell’ottima partenza in campionato (3 vittorie in 4 partite), delineando le caratteristiche della sua squadra e regalando un affascinante racconto della sua vita, tra pallacanestro e continenti.
“Siamo partiti con buoni risultati, tutte partite combattute perché il campionato è molto, molto competitivo”, ha esordito Mucci, mantenendo i piedi per terra nonostante il record positivo. “Non ce ne sono di partite facili. Per esempio, Sant’Antimo, che non aveva vinto una partita, ha battuto Portici, una delle favorite. Anche le nostre vittorie contro Mondragone e Casapulla, squadre ancora a secco di punti, sono state battaglie vinte solo sul finale. Casapulla ha giocatori importanti come Raicevic. Non c’è una partita dove ti puoi rilassare, tutte e 13 saranno difficilissime.”
Il progetto della sua Castrovillari è chiaro e volge lo sguardo al futuro: “Abbiamo una squadra molto giovane, sono ragazzi del 2006-2007 con tre 2005. Poi abbiamo un senior, Gutierrez”. La scelta di puntare sui giovani è supportata dall’esperienza. “Un ragazzo con il quale ho giocato in Argentina quando era giovane. Lui ha 23 anni di esperienza in Italia e ci sta dando una mano non solo in campo, ma anche fuori. Questi ragazzi devono ancora imparare e crescere, da tanti punti di vista. La squadra è giovane, ma ha un ottimo potenziale”.
La storia personale del coach è un romanzo cestistico. Nato in Venezuela da padre abruzzese, Mucci era un talento precoce costretto a smettere a 16 anni. La palla a spicchi è tornata nella sua vita in modo inaspettato in Argentina, dove ha ottenuto una borsa di studio. “A 25 anni ho riniziato la mia carriera ufficiale. Ho studiato e lì ho iniziato il percorso per diventare allenatore”. Il suo approdo in Italia, sulle orme del padre, è avvenuto a Chieti. Qui ha avviato un percorso di crescita fondamentale, lavorando come secondo assistente in A2 e venendo poi “adottato” da Marco Calvani. “Mi ha preso come un figlioccio, mi ha insegnato tante cose bellissime”, ricorda con affetto. Esperienze successive come vice a Chieti e a San Severo con Massimo Bernardi hanno completato la sua formazione nel basket italiano.
Sul suo approdo in Calabria, Mucci si è detto piacevolmente sorpreso. “Mi sto trovando benissimo. È stata una sorpresa, non ero mai stato in Calabria. Avevo un po’ di preconcetti, ma invece è una zona di gente serena, gentile, si mangia benissimo e la qualità di vita è alta”.


