ONORE A TE GRANDE MANU GINOBILI
Anche la Federazione Italiana Pallacanestro, nazionale e regionale rende onore al talento passato dalla Viola Reggio Calabria
La nota
Un figlio di Calabria, un figlio d’Italia che ha lasciato un ricordo indelebile.
In tanti lo ricordano al Palapentimele in versione “distruggi-canestro”, tanti altri, evidenziano la sua grande sportività ed umanità ancor prima delle sue immense e meravigliose giocate.
Uno degli atleti mancini più forti di sempre, uno dei giocatori “non americani” più impattanti nel basket Nba accanto a Trofeo, titoli mondiali ed europei e tanto bel gioco.
Manu Ginobili, asso dei San Antonio Spurs ha annunciato al mondo il suo addio al basket giocato.
La Federbasket si è espressa in ambito nazionale e regionale.
L’argentino partito giovanissimo dalla sua terra per trasferirsi in Italia, prima alla Viola Reggio Calabria e successivamente alla Virtus Bologna non è stato un giocatore qualsiasi.
“Ginobili lascia il basket giocato e la pallacanestro mondiale lo sta salutando con riconoscenza, affetto e stima. E’ la testimonianza migliore sulla qualità della persona che è e del campione che è stato -così il presidente FIP Giovanni Petrucci sul ritiro di Emanuel Ginobili- gli formuliamo gli auguri per le prossime attività grati per il rispetto e la simpatia che ha sempre espresso per l’Italia e per la pallacanestro italiana che hanno avuto la fortuna e la possibilità di contribuire alla sua formazione.
“L’insieme delle sue caratteristiche peculiari, come giocatore e come uomo, gli hanno permesso di raggiungere traguardi importanti, cogliendo i risultati più alti come i Giochi Olimpici e i titoli NBA, come pochi altri giocatori hanno saputo fare nel tempo.”
E’ sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente del Comitato Regionale Fip Paolo Surace: “I nostri figli ed i nostri tesserati hanno avuto la fortuna e l’onore di conoscere una persona così speciale. I suoi primi passi al Pianeta Viola e la crescita giornaliera con la canotta della Viola Reggio Calabria. Manu Ginobili rappresenta per tutto il nostro movimento un vero e proprio esempio da seguire.
Il nostro processo di lavoro sul basket giovanile deve continuare a lavorare “a testa bassa” sognando di poter accogliere uomini ancor prima che atleti che possano diventare delle persone valide nella vita e, perché no, dei campionissimi del basket”.