PIROSSIGENO COSENZA:NICCO GUZZO LANCIA LA SFIDA
Quando parla di basket, Niccolò Guzzo ha gli occhi che sorridono come le sue percentuali dei tiri da tre punti. Volto noto della pallacanestro cosentina e protagonista di una carriera che lo ha visto crescere dentro e fuori dal parquet, Guzzo è il nuovo innesto della Pirossigeno Cosenza Basket per affrontare la stagione 2025/26 nel campionato di DR1. Guardia di esperienza e tiratore molto affidabile, rappresenta molto più di un semplice rinforzo tecnico: è il simbolo di un progetto che punta sull’identità territoriale, sulla coesione del gruppo e sulla crescita dei giovani. Già protagonista della DR1, lo scorso anno con la Micromega Cosenza, ritrova in rossoblù gran parte del gruppo con cui ha condiviso il campo, oltre ai dirigenti Fabio Lorenzi e Davide Durantini, e al coach Manu Gallo, suo ex compagno di squadra qualche anno fa. Lo abbiamo avvicinato e ci ha raccontato le sue aspettative, i valori del progetto Pirossigeno e il sogno di riportare entusiasmo e vittorie nella città che lo ha visto nascere cestisticamente.
Qual è il tuo ruolo principale in campo e quali caratteristiche tecniche pensi di portare alla Pirossigeno Cosenza Basket?
Con la maggior parte del gruppo squadra ho già avuto esperienza lo scorso anno alla Micromega Cosenza: conosco bene i ragazzi, sono persone valide e con loro ho cercato di fare un po’ da guida. Quest’anno mi è stato chiesto un aiuto per la crescita dei giovani e… di vincere. Il mio ruolo, quindi, sarà quello di dare l’esempio, sia in campo che fuori, per aiutare a far crescere il gruppo e creare un’identità cosentina forte e riconoscibile. L’obiettivo è anche quello di avvicinare sempre più la città alla squadra. Per quanto riguarda le mie caratteristiche tecniche, sono un realizzatore, ho punti nelle mani. Mi piace sognare e non ho paura di tirare da lontano: il tiro da tre è una delle mie specialità. Negli ultimi anni ho giocato anche da playmaker, ma il mio ruolo naturale è la guardia, ed è lì che tornerò a giocare. È questo che mi ha confermato anche coach Manu Gallo, che conosco da molto tempo e con cui c’è già un’ottima intesa.
Raccontaci della tua carriera e delle esperienze più significative…
Ho iniziato a giocare da piccolissimo, a quattro anni, e sono rimasto a Cosenza fino ai vent’anni. A 15 anni ho esordito in Serie C2, a 17 in C1 e a 18 ho avuto la mia prima esperienza fuori città, a Soverato, sempre in C1. Con quella squadra abbiamo vinto un campionato salendo dalla C2 alla C1: in quella rosa c’era anche Manu (Gallo, oggi coach della Pirossigeno), eravamo compagni.
Poi ho fatto una pausa per motivi di studio: mi sono laureato in fisioterapia, una scelta che mi ha portato a interrompere temporaneamente l’attività agonistica. Al mio rientro ho ripreso con Cosenza: tra il 2018 e il 2020 ho giocato in C1 e C2. Dopo la pausa forzata per il Covid, abbiamo ripreso ancora in C1. Due anni fa abbiamo disputato il campionato di Serie B2, mentre lo scorso anno ho giocato in Serie D con la Micromega. In sintesi, la mia carriera si è sviluppata quasi interamente tra C1, C2, Serie B2 e D.
Quali sono i tuoi punti di forza e come pensi possano essere utili al gioco della squadra?
I miei principali punti di forza sono la velocità e il tiro, soprattutto dalla lunga distanza. Coach Manu Gallo, che mi conosce bene sia come compagno di squadra sia come giocatore, sa come valorizzare queste qualità all’interno del suo sistema di gioco.
Siamo una squadra composta prevalentemente da giovani, a parte me, Simone e Daniele. Per questo sento anche la responsabilità di aiutare la squadra a crescere come gruppo, oltre che nei risultati. L’obiettivo non è solo tecnico: vogliamo creare un gruppo unito, coeso, una vera e propria famiglia. Quando si crea questo tipo di legame, i risultati in campo arrivano di conseguenza.
Cosa ti ha colpito del progetto Pirossigeno?
Mi ha colpito molto la scelta di puntare sulle persone del territorio, sia nello staff che nella squadra. È una cosa rara, e molto bella. Ovviamente ci saranno anche alcuni innesti da fuori, ma la base resta cosentina: siamo persone che si conoscono, che hanno condiviso esperienze sportive nel corso degli anni.
Davide e Fabio, ad esempio, mi conoscono da quando avevo 14 anni. È un progetto che nasce con l’intento di valorizzare quello che abbiamo in casa, senza cercare altrove ciò che già esiste qui. Questo crea senso di appartenenza, identità, entusiasmo. Magari, grazie a questa filosofia, riusciremo ad avvicinare anche altri giocatori del territorio che vorranno far parte di questa realtà.
Parlaci delle tue aspettative per questa nuova avventura in maglia rossoblù?
Vincere. So che è un’affermazione forte, ma è quello che ci è stato chiesto e quello che vogliamo fare. Più realisticamente, l’obiettivo è fare bene, dare tutto in campo e costruire qualcosa di solido, che duri nel tempo. Le basi ci sono, ora dobbiamo solo lavorare insieme, con entusiasmo e determinazione.


