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Roberto Di Lorenzo: “I fondamentali non sono scomparsi, è cambiato il modo di insegnarli. E lo sportivo oggi deve avere un piano B”

di Giovanni Mafrici – Roberto di Lorenzo, consigliere del Comitato Nazionale Allenatori, presidente del sindacato allenatori Usap e collaboratore di Ettore Messina nella Formazione è stato parte basilare all’interno del clinic reggino dedicato alla memoria del Coach Gaetano Gebbia.

“I fondamentali non si sono persi, è cambiato il ritmo del gioco”. Roberto Di Lorenzo, consigliere del Comitato Nazionale Allenatori, presidente del sindacato allenatori USAP e storico collaboratore di Ettore Messina nella formazione, ha parlato a Reggio Calabria di basket, insegnamento e della figura del compianto Gaetano Gebbia.

Di Lorenzo ha ricordato con affetto il collega: “Gaetano è stato fondamentale non solo per la pallacanestro, ma per la formazione. Era uno studioso della materia, capace di coinvolgere chiunque”. E ha raccontato un aneddoto significativo: “Una volta lo vidi guidare 40 insegnanti che non avevano mai giocato a basket. Li entusiasmò tutti. Fu uno dei primi a parlare di lavoro globale, con grande successo”.

 

Sul tema caldo dell’evoluzione del basket, Di Lorenzo è netto: “Non è vero che oggi non si insegnano i fondamentali. È un luogo comune. Quello che è cambiato è il ritmo, il fisico dei giocatori e l’approccio al gioco”.

E cita l’esempio della Spagna: “Se avessero sentito il responsabile federale spagnolo Under 12 e Under 15, molti avrebbero avuto i brividi. Loro innovano, ma le basi restano solide. Il problema non è la tecnica, ma il contesto”.

Di Lorenzo ha poi affrontato il tema spinoso della carriera da coach oggi: “Ai miei tempi c’erano più opportunità. Ora è difficilissimo vivere solo di pallacanestro”. E porta due esempi concreti:

  1. Alessandro Rossi, suo allievo, che ha portato Scafati in Serie A1 ma “sa che potrebbe dover ricominciare da zero”;
  2. Aldo Russo, ex Viola, ha affiancato all’impegno nel basket – con progetti giovanili di grande valore – un percorso professionale solido, costruito per il futuro, ma con radici ben piantate nel presente.

Infine, un monito ai giovani allenatori: “Con la nuova legge sul lavoro sportivo, dovete rimboccarvi le maniche. Non basta lamentarsi, serve formazione continua e capacità di adattarsi”.

 

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