Rugolo: “E’ stata un’impresa irripetibile”
Partiamo dalle dediche:il tuo pensiero è per il tifoso Peppe Condello?
L’ho pensato, sì, specialmente nelle prime giornate.
Quando la Curva fa il coro per lui e per Massimo Rappoccio mi vengono i brividi. Sono due icone del tifo qui da noi.
Ci puoi raccontare questa superlativa cavalcata cestistica?
Un’impresa tosta specialmente dal punto di vista mentale.
Ne abbiamo parlato spesso con i miei compagni di squadra: non è stato assolutamente facile stare sempre sul pezzo e non mollare mai.
Se molli partendo con l’handicap iniziale che ha avuto la Viola in questa stagione sei fregato: noi ci abbiamo creduto ed è andata molto bene.
Non abbiamo mai mollato specialmente dal punto di vista mentale e specialmente non abbiamo intenzione di mollare per la sfida di Domenica e per l’ultima in casa con Ferrara.
Ti era mai capitata una rimonta del genere in carriera?
No, per mia “fortuna” non mi ero mai trovato in una situazione analoga e così negativa. E’ stata una favola difficilmente ripetibile.
E il futuro?
Quando finirà il campionato si vedrà, adesso non posso sapere nulla. La Pallacanestro vive un momento molto particolare, non è possibile progettare nè per noi giocatori nè per le società.
Che cosa pensi della nuova Lega Due divisa in Silver e Gold?
Secondo me hanno cambiato in nomi ma all’atto pratico è cambiato veramente poco.
La Gold dovrebbe essere la A2, la Silver la B1 con l’aggiunta degli americani e dei passaportati: con la situazione della pallacanestro italiana di adesso non so quanto possa giovare questa cosa anche perchè gli italiani hanno bisogno di giocare e prendendo altri stranieri il numero e lo spazio degli atleti italiani si riduce sempre di più.
Probabilmente aumenta lo spettacolo ma gli americani dovranno essere americani, non terze o quarte scelte. La scelta potrebbe rivelarsi vincente qualora gli americani si avvicinino al livello di quelli degli anni ’80, il basket di una volta che piaceva tanto: quello era un grande spettacolo, così possono crescere anche gli italiani.
Il modello potrebbe essere la Russia, dove c’è l’obbligo di fare giocare i giocatori locali: abbiamo una Federazione brava, speriamo possa trovare una soluzione.
Cambiare ogni anno denominazione non ha giovato.
A Lucca per vincere?
Assolutamente! Ci siamo allenati molto forte. Abbiamo avuto qualche problemino ma nulla di grave e talvolta non ci siamo allenati in dieci.
L’obiettivo è vincere sia da parte del coach che nostra.
Il tifo ormai non fa più notizia?
Li aspettiamo a braccia aperte, abbiamo tifosi reggini sparsi ovunque, è bellissimo.
Io l’ho detto il primo giorno: il lumino è sempre acceso. Basta poco per far tornare la voglia di basket. Ancora non abbiamo raggiunto i massimi livelli che io ho già vissuto sia da tifoso che da atleta però questa nostra stagione rappresenta un primo passo da urlo.