SIMONE IPPOLITO COME BACK: ED E’ SUBITO SHOWTIME

The Italian Tallent è il Dennis Rodman del nostro basket. Personaggio estroso e mai banale.

Conoscete Bournemouth?  Si tratta una cittadina è subito a est del Jurassic Coast, un tratto costiero lungo 153 km. dichiarato nel 2001 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO grazie ai numerosi reperti fossili e alla sua formazione geologica.

 

Qui vive l’esuberante Simone Ippolito, prospetto giovanile d’assoluto spessore prima a Treviso e poi a Biella ha fatto parte degli straordinari “Illegali” in diretta sulla puntata di Rac Live del Venerdì insieme ai suoi compagni di viaggio Andrea Scuderi, Yande Fall ed Andrea Cattani.

Ecco qualche pillola (qui per il Podcast)

 

The Italian Tallent: Dopo il basket,ho provato la Boxe. Ho vinto un incontro. Ho il cento per cento, va bene così.

 

 

Volevo dire qualcosa sul motto Yao Illegale?

Adesso va di moda.

Yande lo dice da almeno dieci anni, sin dai tempi di Piazza Brindisi a Catanzaro Lido.

 

 

Il concentramento Under 21 sul Lago del Trasimeno: Appena arrivati avevo sentito parlare la receptionist dell’albergo.

Iniziai ad imitarla per telefono: chiamai il nostro playmaker convincendolo che avevamo riunione video.

Andò in sala conferenze, da solo, aspettando tutti noi: rimase li per ore.

Il giorno dopo convinsi la receptionist, lei in persona, a richiamarlo: lui la riempì di insulti. Lei non gli rivolse più la parola per tutto il concentramento.

 

Il giocatore più forte?

A livello giovanile Moraschini era su di un pianeta diverso.

Era mostruoso e non si poteva comparare con nessun giovane dell’epoca.

 

La Benetton? Una macchina oleata alla perfezione.

Una fantascienza per me.

Giocavo con Alessandro Gentile,Zanelli, Quarisa,Gaspardo, De Nicolao, insomma, un bel po di scudetti e presenze in Serie A.

Il gruppo dei ragazzi più grandi con Rullo, Renzi,Saccaggi.

 

Il gruppo dei 92-93 a Catanzaro?

 

Merito di Fabrizio Tunno. Un “animale” da campo.

Se non avevi avuto voglia di giocare te la faceva venire.

Sempre energia, sempre pallacanestro sempre sempre sempre.

Ci ha inculcato quella voglia di fare di più.

In sintesi: eravamo un gruppo di “scappati di casa” ma avevamo una voglia unica.

Eravamo sempre insieme, un grande gruppo.

 

I migliori allenatori?

Antonio Ceroni, un amico per sempre.

Il migliore? Danilo Chiarella mi ha sempre sostenuto anche nei momenti più difficili come ad esempio il canestro fallito ad Acireale. Con lui ho vissuto l’anno più bello, il più importante.

Il peggiore Coach? Il Coach di Trani, non ricordo neanche il suo nome e non lo voglio ricordare. Lo chiamavo come Gianni Tripodi chiamava me:”Ehi”.

 

Il mio Dream Team: Scuderi,Pulinas,Ippolito,Cattani e Saverio Spadafora.

 

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