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TIRO DA QUATTRO, PARLANO CARLO ED ILIANO SANT’AMBROGIO

Il Podcast:Reggio Calabria si prepara per la 49ª edizione del Trofeo Sant’Ambrogio: basket, famiglia e ricordi

Tutto pronto per la 49ª edizione del Trofeo Sant’Ambrogio, il tradizionale torneo di basket che da quasi mezzo secolo segna l’inizio della stagione sportiva reggina. Una kermesse che va oltre il semplice sport, intrecciandosi indissolubilmente con la storia di una famiglia, quella dei Sant’Ambrogio, e della città stessa. La presentazione televisiva, andata in onda su ReggioTV nel format “Tiro da Quattro” condotto da Giovanni Mafrici, ha visto protagonisti zio e nipote, Carlo e Iliano Sant’Ambrogio, colonne portanti dell’evento.

La formula confermata prevede un quadrangolare di altissimo livello che si disputerà giovedì e venerdì al Palacalafiore. A contendersi il trofeo saranno: la Viola Reggio Calabria, il Catanzaro Basket Academy (allenato da Iliano Sant’Ambrogio), la Barcellona e la Rende. Una scelta non casuale, come ha spiegato Carlo Sant’Ambrogio: “Ripartiamo provando a fare qualcosa di tranquillo com’è stato l’anno scorso. Abbiamo cercato di trovare i luoghi dove la nostra famiglia ha fatto qualcosa di positivo”. 

A pochi giorni dal via, l’emozione è tangibile. “Siamo carichi. Io personalmente non vedo l’ora”, ha dichiarato Iliano Sant’Ambrogio,  ora alla guida della squadra du Catanzaro. “Vincere un torneo che porta il nome della mia famiglia farebbe molto, molto piacere”. Un sentimento condiviso dallo zio Carlo, che vede nel torneo un’occasione di comunità e un traguardo da raggiungere: “L’obiettivo minimo era quello delle 50 edizioni, credo sia doveroso a costo di importanti sacrifici”, ha aggiunto Iliano, lanciando l’idea di un’istituzionalizzazione dell’evento.

Il cuore della puntata è stato il viaggio nei ricordi. Carlo ha ripercorso le origini del torneo, dai primi anni nel campo di Santa Caterina con gli spalti in tubi innocenti, al passaggio al mitico “Scatolone” passando per il Botteghelle. Iliano, più giovane, conserva ricordi vividi di dettagli come il “tappeto verde” steso sul tavolo dei premi e la frase tipica del nonno: “Cu terremoto, guerra e cu paci, sto torneo si faci” (Con terremoto, guerra e con pace, questo torneo si fa).

 Carlo ha rievocato con affetto il suo mito da giovane giocatore Kim Hughes: “Era un professionista puro, una macchina di concentrazione”. E ha raccontato un’estate passata a Denver da lui, tra partite di basket e serate al wrestling. Un ricordo che si intreccia con la recente scomparsa di Sandro Zumbo, presente alla scorsa edizione. “Abbracciamo Sandro da lassù”, ha concluso Mafrici, dedicando idealmente il torneo alla sua memoria.

La discussione si è poi spostata sui grandi campioni che hanno calcato il parquet del Trofeo. Iliano ha citato un giovane Danilo Gallinari (Olimpia Milano), White (Napoli) e Gigi Datome (Montepaschi Siena). Carlo ha ricordato stelle NBA come Brian Shaw (Messaggero Roma), Oscar Schmidt (Phonola Caserta) e i leggendari giocatori della Viola Mark Campanaro, Alexander Volkov e Manu Ginobili.

Si comincia giovedì con le semifinali: Catanzaro-Barcellona e Viola-Rende. Iliano, da coach, non si sbilancia: “La Viola ha un roster di altra categoria, ma in gara secca tutto è possibile”. Un sentimento di incertezza che riflette un precampionato già ricco di sorprese.
Appuntamento quindi al Palacalafiore per due giorni di grande basket, ma soprattutto di comunità, famiglia e ricordi, nell’attesa di tagliare il traguardo delle 50 edizioni.

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