Un tuffo tra i pensieri di Coach Gianni Tripodi

 

 

Al Memorial Nino Delfino organizzato dal Nuovo Basket Soccorso abbiamo visto tanti volti dell’ambiente Viola ed ex Viola. Dai Dirigenti storici Favano e Messineo passando un ritorno, quello dell’ex ’78 della Viola subito dopo diventato Coach Umberto Crea. C’era il Coach Gaetano Gebbia, da un paio di settimane alla Reggina Calcio come coordinatore del Settore Giovanile e non poteva mancare, un altro Coach reggino, sicuramente non l’ultimo arrivato: l’ex Coach di Gragnano, Bernalda, Viola, Jolly, Ribera(ecc) Gianni Tripodi che abbiamo ascoltato attraverso un tour cestistico a trecento sessanta gradi. La voglia di allenare è enorme anche se è purtroppo frenata dal brutto periodo legato alla palla a spicchi.

Partiamo da un nome:Nino Delfino?

 

“Un carissimo amico prima di tutto.Una persona squisita,un “tutto-fare”:ricordo che oltre a seguire lesquadre giovanili, negli ultimi anni seguiva proprio una squadra che allenavo personalmente.

Si interessava di tutto:era una persona gioviale, aveva un rapporto stupendo con i ragazzi.E’ una persona che ricordo con grande affetto e mi manca davvero molto”.

 

Tito Messineo ci ha raccontato uno tra tanti aneddotti davvero divertente legato ad un americano.Una sorta di intervento lampo che ridiede energia elettrica ed aria condizionata in poche mosse durante una calda estate reggina.Tutto vero?

 

“Lo ricordo perfettamente.Era la casa di Dean Garrett a Pellaro.Lui era un “compagnone” era molto bello stare insieme a lui.Grazie ai suoi interventi riusciva molto spesso a mediare e stemperare diverse situazioni e problematiche.Lui metteva la sua,sempre ed a mio avviso la metteva positivamente:è stato una “manna dal cielo” per tutta l’attività giovanile della Viola ed anche per me perchè ha seguito i miei gruppi per diversi anni”.

 

Spirito di sacrificio,abnegazione, voglia di aiutare le realtà in crescita, caratteristiche che non si trovano più, o quasi nei protagonisti di oggi.Non sarebbe il caso di cominciare a pensare ad una “vera” scuola per Dirigenti che punti più al pratico che al teorico, al lavoro giornaliero che si vive sui campi giorno dopo giorno? Per gli allenatori si cura tutto nei minimi dettagli “o quasi” da come stiamo vedendo con corsi lunghi,estenuanti ed intensivi ma per i Dirigenti, ovvero coloro che devono far decollare le quotazioni del nostro basket a livello organizzativo come siamo messi?

 

“Io credo che la “Scuola” serva a tutti e a tutti i livelli in tutti gli ambiti della pallacanestro.

Bisogna fare un passo indietro tutti perchè è la storia che ce lo insegna:credo che negli ultimi anni ci sia stato un momento di stasi dove abbiamo vissuto di ricordi. Bisognerebbe ritornare a rivalutare i vari ruoli.

Tu dici che la formazione degli allenatori la stiamo facendo abbastanza bene: non credo,o meglio possiamo dire fino ad un certo punto.Gli allenatori devono essere seguiti durante il loro percorso, non soltanto fino al conseguimento della tessera.

Ricordo che una volta mi chiedesti il come mai i Corsi per allenatore fossero sempre in ritardo o addirittura in Stand By per anni:questa è sicuramente una problematica. Ma credo che non basti un corso di una settimana o due settimane per diventare allenatori o dirigenti”.

 

Esistono società in Calabria che possono offrire a questi giovani allenatori l’opportunità di sviluppare le proprie capacità da futuri Coach o dovranno agire,come spesso accade,nelle vesti di Coach,Dirigenti,Accompagnatori,Arbitro,Giocatore e tutto-fare?

 

“Io dico che ci deve essere una scuola che aiuti a crescere e guidi il movimento e lo aiuti a crescere.Io qualche anno fa mi sono sforzato nel far capire quanto potesse essere importante  all’interno di una società far crescere i giovani allenatori. Non era compito mio far crescere i Dirigenti,non era compito mio parlare di altre figure.

La cosa che mi preoccupa maggiormente è che tutti quanti dovremmo fare degli sforzi per produrre e lanciare allenatori locali:è questo,probabilmente il vero problema.Allenatori locali,giovani ce ne sono e ce ne sono anche che sanno stare in campo:la mia domanda è, tutti questi allenatori che vengono da fuori, perchè vengono?

Perchè hanno delle competenze che i nostri non hanno? Il nostro livello è scaduto, è scadente?

O forse è più importante investire su qualcuno che li formi questi allenatori?

Noi abbiamo qui in Calabria allenatori più che importanti:ne cito uno su tutti Gaetano Gebbia che è stato il Responsabile del Settore Squadre Nazionali Giovanili per tantissimi anni. Io non ho visto tutte queste richieste di consulenza per sfruttare una risorsa attualmente sul nostro territorio per far crescere quello che abbiamo.

Preferiamo,invece,portare uno sconosciuto o un bravo allenatore da fuori invece che crearcelo in casacome succedeva tantissimi anni fa al Settore giovanile della Viola

Agli esordi del Settore Giovanile nero-arancio,Gaetano Gebbia ci disse:Non ci interessa la competenza, ci interessa trovare degli allenatori che hanno voglia di imparare.

Qualche tipologia di Coach così c’è anche qui:posso fare anche qualche nome senza problemi.C’è quel ragazzo che allena a Rosarno,Francesco Barilla che oggi non è presente al Memorial di Nino Delfino perchè oggi, ad Agosto,invece di andarsene in spiaggia con gli amici è al PalaFamurro a fare allenamento con i gruppetti del Basket Rosarno.

Pasquale Motta, non dimentichiamocelo: è gente come loro, gente che ha voglia di lavorare che può fare bene al movimento non chi si sente arrivato e non ha le competenze per dimostrarlo”.

 

Dal punto di vista societario e quantitativo del basket si fatica.E’ diventata una pallacanestro modello “low cost” ma a costi di gestione altissimi.Molto spesso si fatica a stare a galla e si parte per avventure molto rischiose talvolta a stretta mandata.Questo quadro della realtà rispecchia anche il tuo pensiero?

 

“Si ma anche perchè si fanno degli errori purtroppo.Forse gli errori insegnano, magari alcune scelte che sono state fatte precedentemente non saranno più fatte. Qualche società magari aveva preso qualche giocatore da fuori,adesso non lo farà più perchè ha capito che è necessario cambiar politica anche in relazione ai campionati che si vanno a delineare:guarda un pò il campionato di Dnc è un campionato ai minimi livelli. Basta che una squadra si organizzi prende due giocatori e vince il campionato facile.

Noi abbiamo anche dei giovani interessanti.Smorto è andato a Matera:lui è un buon prodotto del settore giovanile.Ha bisogno di giocare di fare una grande esperienza di gioco e non gli basta solamente stare li nei dieci di una squadra che magari punta a vincere il campionato:farà una grandissima esperienza ma deve trovare il modo di giocare. Un prodotto del genere che va fuori mi crea un chiaro punto interrogativo:non poteva trovare squadra qui per giocare con tutte le società che ci sono?

Gli altri giovani perchè non riescono a trovare spazio in categorie superiori? Diamogli spazio.

Giocatori di talento non ce ne sono tanti ma quelli che abbiamo devono assolutamente giocare”.

 

La ripartenza di Coach Tripodi? Abbiamo qualche novità?

 

“Assolutamente no.Ci sono quaranta squadre in meno in Italia.Quaranta posti in meno da capo allenatore e quaranta in meno da Assistente. Oggi non dipende solo da te, dal tuo procuratore e non solo.

Io purtroppo,probabilmente nel passato ho fatto delle scelte che non sono state quelle che prevedevo fossero le definitive e mi trovo in una situazione di stasi.Sono rimasto fermo ed ho avuto l’opportunità di allenare grazie alla disponibilità della Lumaka di Lucio Laganà e Katia Romeo che mi hanno dato la possibilità di divertirmi con i loro splendidi giovani:io li ringrazio è stato veramente bello.

Per il futuro non te lo so dire:Il mercato è chiuso,tutte le squadre sono al completo e credo sia difficile:mi tengo pronto se magari ci sarà qualche altra squadra se nel proseguo avrà bisogno di una guida tecnica”.

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