VAL GALLICO, PARLA LUCA LAGANA’

di Carlo Vetere – Accontentarci? Non sappiamo cosa voglia dire

– Siamo in finale, gara 2, siamo in un palalumaka gremito, rumoroso, CALDISSIMO e ribattezzato “la bombonera”, in palio la possibilità di portare la serie a gara 3, il tuo cuore quanto batteva quegli attimi prima di scendere in campo?

Tanto. Era parecchio che non vivevo in modo così intenso un prepartita, non tanto per l’emozione o per l’importanza della posta in palio, ma perché la voglia di fare bene era, ed è, tanta e questo gruppo (atleti, staff e dirigenza) merita di ottenere il miglior risultato possibile. Personalmente poi, giocare una gara di finale, in un impianto che considero una seconda casa è stata una grande emozione, uno di quei momenti per cui tutte le fatiche, fisiche e non solo, vengono ampiamente ripagate.

– Poi c’è la contesa di inizio e tutti i presenti hanno visto un val gallico un po’ diverso: livello di intensità ed agonismo altissimi, una lotta su ogni pallone per tutti i 40 minuti di gioco!

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Credo che l’intensità e l’agonismo non ci siano mai mancati nell’arco dell’anno, la differenza è che siamo stati mentalmente bravi e presenti, nell’arco dei 40 minuti,ad incanalare tutto questo nel modo giusto, concentradoci solo ed esclusivamente su quello che succedeva in campo.

– In panchina c’era un Gaetano Gebbia molto “carico” a tenervi concentrati, uscito dal campo più sfinito di voi e senza voce: quest’anno lo avete fatto disperare ma è arrivato il momento di ripagarlo della sua pazienza.

Il coach è sempre carico, magari qualche volta non lo fa vedere in modo esplicito, ma credo che una delle caratteristiche più importanti di Gaetano Gebbia allenatore sia proprio quest’instancabile voglia di puntare sempre, e solo, al meglio. Probabilmente a fine stagione, erigeranno fuori dal palazzetto un monumento a lui e a tutte le altre persone che quotidianamente, e ci tengo a sottolinearlo, si sono spese per noi non facendoci mancare MAI nulla.

– La serie torna in parità, i giochi si riaprono, gara 3 sarà una sfida “all’arma bianca” o vi siete accontentati?

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Accontentati? Non sappiamo cosa voglia dire. Sicuramente avremo di fronte una squadra ferita che vorrà fare bene a tutti i costi, ma non siamo qui per fare le vittime sacrificali o le comparse di un copione già scritto, ce la giocheremo fino in fondo. Alla fine guarderemo il risultato e, comunque vada, saremo orgogliosi del percorso fatto da questo gruppo.

– Atmosfera fantastica, pubblico caloroso, tifoserie appassionate e molto rispettose, uno spettacolo nello spettacolo: quanto manca alla pallacanestro calabrese vivere giornate così?

La vittoria più grande di questa squadra è stata quella di appassionare, in pochissimo tempo e soprattutto in un campionato come la C, tante, tantissime persone. Prima di gara 2 ho avuto la pelle d’oca nel vedere la tribuna colorata di bianco azzurro, senza contare che, nei 40 minuti, la nostra marcia in più sono stati proprio loro lì sugli spalti ad incitarci e spingerci senza tregua. Non sono nuovo a questo genere di manifestazioni d’affetto, ma credo siaun episodio del tutto nuovo, e soprattutto positivo, per questa categoria e per il basket in Calabria. Quanto mancano queste giornate alla pallacanestro calabrese? Tanto. Credo che la motivazione principale sia la poca “stabilità” che vivono in questo momento tutte le società sportive in Italia, in quanto oggi ci sei, domani non lo sai, e così facendo le persone non hanno nemmeno il tempo di affezionarsi. Nel campionato di quest’anno ho visto, con piacere, realtà con seguiti importanti, mi auguro che la macchia si allarghi sempre di più e che la pallacanestro possa tornare ad essere argomento centrale nella vita del popolo calabro.

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