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EDOARDO CAIANIELLO PRESENTA A RAC IL SUO LIBRO DEDICATO A MANU GINOBILI

di Nino Romeo – “Manu Ginobili, un bravo ragazzo”, nuovo libro di Edoardo Caianiello, uscirà in tutte le librerie il prossimo 4 Ottobre. L’autore ce lo presenta in questa intervista concessa a Rac

 

Un uomo, prima ancora che un giocatore, che ha dato e lascia un contributo indelebile allo sport più bello del mondo. Una carriera lunga quasi un quarto di secolo durante la quale è riuscito a raggiungere obiettivi impensabili all’inizio.

Emanuel David “Manu” Ginobili Maccari si è ritirato all’età di 41 anni, dopo aver vinto tutto ciò che un giocatore di basket possa sognare (ed anche più) di conquistare quando inizia a giocare a pallacanestro ma, soprattutto, ha vinto il premio più grande: un riconoscimento mondiale come esempio vero di sportivo e, perché no, anche di vita.

A conclusione di questo straordinario viaggio era doveroso provare a riassumere la storia di questo ragazzo. Lo ha fatto, come sempre brillantemente, Edoardo Caianiello, con il suo libro “Manu Ginobili, un bravo ragazzo“, che uscirà il prossimo 4 Ottobre, edito da Edizioni Ultra.

Edoardo, già radiocronista ufficiale della Virtus Roma, ideatore e conduttore della trasmissione radio “Basket Social Club” su Radio Godot, era stato autore, insieme a Fabrizio Fabbri, del libro “Kobe Bryant. Il morso del Mamba“.

 

Edoardo… Kobe Bryant prima, Manu Ginobili adesso, due personaggi che hanno scritto parte della storia della pallacanestro, curiosamente proprio i due che, in tempi e modalità diverse, abbiamo visto per qualche anno qui a Reggio Calabria.

Una scelta probabilmente dettata dalla tua passione cestistica per questi due giocatori ma forse c’è anche altro. Dove e come nasce l’idea di scrivere un libro su Kobe prima ed ora su Manu?

Kobe e Manu sono idee che hanno un fattore in comune: l’Italia. La voglia di scrivere un libro su Bryant è stata, a dire il vero, più opera dell’ingegno di Fabrizio Fabbri, che ha deciso di coinvolgermi e di questo gliene sarò sempre grato, mentre posso dire che la volontà di dedicare delle pagine a Manu è forse un’idea che non ha tempo. Lo amo da sempre e prima o poi sarebbe successo, non sapevo come,  ma sapevo che sarebbe successo ed ora sono qui a raccontare che ho scritto un libro su di lui ed ho paura ed emozione nel dirlo.

Sei stato in contatto anche con coach Gaetano Gebbia, che, non dimentichiamolo, è colui che è riuscito a portare Manu in Europa ed a Reggio Calabria. La maggior parte dei tifosi ricorda e conosce molto bene i successi dell’argentino nella Kinder Bologna e nei San Antonio Spurs ma forse molti non sanno o non ricordano bene come Manu è arrivato in Italia ed i suoi primi anni nella Viola. È stato emozionante partire dal racconto dei primi anni in Italia di Ginobili con coach Gebbia?

E’ stato tanto bello quanto difficile. Sai, degli anni alla Virtus Bologna, anche per via della stagione del “Triplete”, si è scritto e detto tanto mentre quando si parla degli anni a Reggio Calabria si entra in un mondo che ha il sapore del “romantico”. E’ stato pazzesco sentire coach Gebbia raccontare degli anni in A2 e mettersi lì nel fare ricerca e scoprire chi c’era, le partite, i giocatori del tempo, quel meraviglioso filone argentino che ha colorato un luogo storico del nostro basket come Reggio Calabria. Non voglio mancare di rispetto a nessuno ed alla storia della Viola, ma andare a sfogliare le pagine del tempo di quell’anno di A2 mi ha emozionato ancora di più dell’anno di A1 di Manu. E’ stato come entrare in una porta a cui non è concesso l’accesso a tutti.

So che il libro è anche ricco di aneddoti sul Narigòn, che sei riuscito a raccogliere durante questi mesi di lavoro. Ce n’è qualcuno che puoi anticipare a noi ed ai nostri lettori e che ti ha personalmente colpito molto?

C’è un vetro rotto all’Arcoveggio che ancora chiede vendetta, una “posta” d’amore sotto casa della  donna della sua vita in una Fiat, modello “vintage”, un’estate passata a dormire per essere in forma…

Un libro che potrà essere utile a chi già si diverte a giocare a basket ma anche a chi, magari ancora giovanissimo, si sta avvicinando alla pallacanestro. Qual è l’insegnamento più grande che Manu lascia in eredità e che tu sicuramente sei riuscito a trasmettere all’interno della tua opera?

All’interno del libro cito spesso Lucio Dalla e soprattutto una sua frase, che l’ “impresa eccezionale è essere normali”. Io credo che sia davvero questo il grande insegnamento che lascia Ginobili: sacrificio, ossessione e cura del corpo, studio metodico della disciplina non devono sfociare per forza nell’eccesso verso l’esterno. La normalità è ancora oggi un valore, l’intimità della propria vita.

 

Puoi già svelarci quando sarà presentato ufficialmente il libro e come potrà essere acquistato?

Stiamo studiando con la Ultra Sport, la mia casa editrice, un calendario di appuntamenti e sicuramente verremo anche a Reggio e ringrazio coach Gebbia che si è mostrato subito disponibile nel darmi una mano in tal senso. Dal 4 Ottobre il libro sarà disponibile in tutti gli e-commerce ed in tutte le librerie.

Oh, mi raccomando se doveste leggere qualcosa che non va, non ditelo in giro, scherzo chiaramente… spero che venga apprezzato l’amore per questo uomo, per quest’atleta e per questo sport.

 Edoardo, grazie ed in bocca al lupo.

Voglio dire che Rac e Nino Romeo sono stati una risorsa incredibile senza cui questo libro non avrebbe visto la luce. Quindi grazie devo dirlo io a Voi.

Crepi, a presto!

 

Nino Romeo per Reggioacanestro.com

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