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ASPETTANDO IL PALABENVENUTI:PARLA MARK CAMPANARO

Aspettando la cerimonia del 27 maggio a Reggio Calabria, l’Associazione Viola Inside racconta le gesta del Coach livornese attraverso le parole dei protagonisti.

MARK CAMPANARO RACCONTA GIANFRANCO BENVENUTI

Benvenuti era un coach che credeva nel contropiede, nella velocità ma anche nell’intelligenza dei giocatori e nella loro capacità di adattamento sul campo da gioco; tutto questo si basava sull’insegnamento dei fondamentali. Inoltre lasciava liberi i suoi giocatori di esprimere la loro personalità in campo: riusciva a gestire tutti e farli giocare di squadra, grazie al suo carattere forte.
Sono consapevole di averlo fatto impazzire, ma in parte questo era dovuto al fatto che mi era stato insegnato il basket secondo la scuola di John Wooden. Nonostante ciò, coach Benvenuti mi lasciava giocare nella maniera in cui mi sarei potuto esprimere al meglio.
Ricordo quando durante una partita a Mestre io avevo la palla nell’angolo e il cronometro di fronte alla nostra panchina segnava che rimanevano soltanto 4 secondi prima della fine della partita. Tre degli altri giocatori del Mestre corsero verso di me così io tirai ma la palla colpì il bordo del tabellone e ritornò dritta verso di me. Presi la palla e sentivo Gianfranco urlare dietro di me. La partita finì, mi girai e
gli consegnai la palla nelle mani; penso che in quel momento abbia avuto un piccolo infarto!
Gianfranco Benvenuti era un allenatore eccezionale e dalla forte personalità.

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